A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

venerdì 22 gennaio 2010

Mezza di Medea

Freddo. Freddo cane. A Medea si battono i denti ma decido di vestirmi leggero ugualmente. Sono tranquillo, in riscaldamento le gambe girano bene. Temevo che la settimana in montagna mi avrebbe appesantito, ma al momento non sembra. Altro dubbio deriva dalla tenuta. L'ultimo lungo doveva essere di 24 km, un paio d'ore, poco meno, ma a Canazei non ce l'ho fatta, stremato dalla neve e dalle salite ho chiuso 17 km ad un'andatura assurda: 5'45''.
Solito petardo alla Ballaben e via. Mi sono messo abbastanza davanti. Siamo in circa 400 e io sono lì, attorno alla centesima posizione. Davanti a me le solite culone che tirano le cuioia dopo 100 metri. Mah! Non ci sono intoppi al primo km come succede nelle gare affollate. Salitina della chiesa, supero Margiotta che trotterella come lepre accanto ad una ragazza attorno ai 4'15''. Mi viene la tentazione di stare un po' con loro, ma desisto. Alla fine scoprirò di aver fatto bene visto che loro avrebbero fatto la 30 km a 4'30''. Poco dopo mi passa come un fulmine il solito podista di Mariano. Tutina azzurra Asics, va come un treno. Lo lascio andare, ma non credo possa andare tanto lontano. Chiudo i primi 1000 a 4'16''. Ottimo. Poi via così: 4'13''-4'12''-4'12'' in buon relax. Fino al sesto passeggio. Individuo un paio di obiettivi che raggiungo e lascio indietro, non tanto per una mia netta progressione, ma per un loro precoce cedimento. Un baffino sui 50 importuna una trentenne in short... imbarazzante. Viaggio costantemente sotto i 4'10'', più vicino ai 4'00'' che ai 4'05''. Verso l'ottavo i chilometraggi vanno un po' a puttane e qualche runner sbarella. Passo in 4'30'' e un trevisano davanti continua a cercare rassicurazioni dai compagni di corsa "No go mia raentà!?". Si fa prendere un po' dal panico e allunga. Io sto lì, perché è evidente che il km precedente era sbagliato. Infatti il successivo se ne va in 3'30''. E così la media è risatabilita. Per la cronaca il trevisano allungherà ancora per tutta la gara e lo perderò di vista. Poi scoprirò che stava correndo la 30 km. Un altro pianeta rispetto a me. Anello di 5 km con due cavalcavia auostradali spezza-ritmo. La strada ha piccole pendenze. Fatico a tenere il ritmo. Ma siamo tra il 14° ed il 15° km e la fatica è messa in conto. Recupero alcuni runner, piano piano. Poi si entra in rettilineo, sulla stessa via dell'andata. D'ora in poi sono strade note. Mi trovo un po' isolato e, lo sapevo, controvento. I trevisani davanti a me hanno una ventina di metri e decido di non forzare per mettermi in scia ma di correre da solo, col vento in faccia, che poi non è così forte. L'andatura un po' ne risente, ma non forzo. A 100-150 metri vedo il marciatore di Mariano, che da un pezzo ormai non mi va più via. Obiettivo identificato. In poco meno di due km lo vedo avvicinarsi sensibilmente. Verso il 17° lo vedo camminare. Ok, sfida finita. Non si gareggia contro un morto. Da qui è pura sofferenza. Recupero 3-4 runner, ma i distacchi tra l'uno e l'altro sono importanti (40-50 metri). Corro gli ultimi 3 km in completa solitudine, avvicinandomi di pochi metri al km ad un altro runner che non credo recuperò. Chiudo in 1ora 26' 40'', personal best su un percorso che, nonostante le rassicurazioni degli organizzatori, sembra corto. Ma anche calcolando 200 mt in meno ( i Garmin dicono così) la proiezione è di 1ora 27' 30'', comunque personal best.
Bella gara, duretta a causa dei cavalcavia, ma mi sembra di essermi espresso bene, sinceramente aldilà delle mie aspettative.
E adesso... Vienna!

2 commenti:

  1. Ciao e in bocca al lupo per il blog, gli acciacchi e la preparazione x Vienna.

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  2. ciao . complimenti per essere approdato tra noi blogger ;-) e complimenti per il pb.!

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