A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

giovedì 28 gennaio 2010

Alti e bassi

Alti, i miei, bassi, di Leonardo.
Dopo il semiscarico successivo alla gara di Medea, mi si sono accese le miccette nelle gambe. Mi sembra di poter andare tanto e forte. Che sensazione! Ieri sera ho corso 14 km sotto i 4'15'' e ho finito che ne avevo ancora. Due mesi fa scoppiavo dopo 4 km a quell'andatura. Indubbiamente è un momento positivo, ma viene un po' alla cazzo, visto che la prossima gara è tra più di tre settimane e per allora lo stato di forma sarà già in calo. Ma non mi lamento. Spero solo che per il 18 aprile le miccette si siano ricaricate.
Leonardo si è fatto invece la prima febbre della sua vita. Laringotracheite o poco più, febbre modesta. Inappetente e un po' fastidioso di notte. Nulla più. Però fa strano vederlo così. Mi sembra che stasera stia già meglio, ma non canto vittoria troppo presto.
Per Vienna ho in mente qualcosa...

venerdì 22 gennaio 2010

Mezza di Medea

Freddo. Freddo cane. A Medea si battono i denti ma decido di vestirmi leggero ugualmente. Sono tranquillo, in riscaldamento le gambe girano bene. Temevo che la settimana in montagna mi avrebbe appesantito, ma al momento non sembra. Altro dubbio deriva dalla tenuta. L'ultimo lungo doveva essere di 24 km, un paio d'ore, poco meno, ma a Canazei non ce l'ho fatta, stremato dalla neve e dalle salite ho chiuso 17 km ad un'andatura assurda: 5'45''.
Solito petardo alla Ballaben e via. Mi sono messo abbastanza davanti. Siamo in circa 400 e io sono lì, attorno alla centesima posizione. Davanti a me le solite culone che tirano le cuioia dopo 100 metri. Mah! Non ci sono intoppi al primo km come succede nelle gare affollate. Salitina della chiesa, supero Margiotta che trotterella come lepre accanto ad una ragazza attorno ai 4'15''. Mi viene la tentazione di stare un po' con loro, ma desisto. Alla fine scoprirò di aver fatto bene visto che loro avrebbero fatto la 30 km a 4'30''. Poco dopo mi passa come un fulmine il solito podista di Mariano. Tutina azzurra Asics, va come un treno. Lo lascio andare, ma non credo possa andare tanto lontano. Chiudo i primi 1000 a 4'16''. Ottimo. Poi via così: 4'13''-4'12''-4'12'' in buon relax. Fino al sesto passeggio. Individuo un paio di obiettivi che raggiungo e lascio indietro, non tanto per una mia netta progressione, ma per un loro precoce cedimento. Un baffino sui 50 importuna una trentenne in short... imbarazzante. Viaggio costantemente sotto i 4'10'', più vicino ai 4'00'' che ai 4'05''. Verso l'ottavo i chilometraggi vanno un po' a puttane e qualche runner sbarella. Passo in 4'30'' e un trevisano davanti continua a cercare rassicurazioni dai compagni di corsa "No go mia raentà!?". Si fa prendere un po' dal panico e allunga. Io sto lì, perché è evidente che il km precedente era sbagliato. Infatti il successivo se ne va in 3'30''. E così la media è risatabilita. Per la cronaca il trevisano allungherà ancora per tutta la gara e lo perderò di vista. Poi scoprirò che stava correndo la 30 km. Un altro pianeta rispetto a me. Anello di 5 km con due cavalcavia auostradali spezza-ritmo. La strada ha piccole pendenze. Fatico a tenere il ritmo. Ma siamo tra il 14° ed il 15° km e la fatica è messa in conto. Recupero alcuni runner, piano piano. Poi si entra in rettilineo, sulla stessa via dell'andata. D'ora in poi sono strade note. Mi trovo un po' isolato e, lo sapevo, controvento. I trevisani davanti a me hanno una ventina di metri e decido di non forzare per mettermi in scia ma di correre da solo, col vento in faccia, che poi non è così forte. L'andatura un po' ne risente, ma non forzo. A 100-150 metri vedo il marciatore di Mariano, che da un pezzo ormai non mi va più via. Obiettivo identificato. In poco meno di due km lo vedo avvicinarsi sensibilmente. Verso il 17° lo vedo camminare. Ok, sfida finita. Non si gareggia contro un morto. Da qui è pura sofferenza. Recupero 3-4 runner, ma i distacchi tra l'uno e l'altro sono importanti (40-50 metri). Corro gli ultimi 3 km in completa solitudine, avvicinandomi di pochi metri al km ad un altro runner che non credo recuperò. Chiudo in 1ora 26' 40'', personal best su un percorso che, nonostante le rassicurazioni degli organizzatori, sembra corto. Ma anche calcolando 200 mt in meno ( i Garmin dicono così) la proiezione è di 1ora 27' 30'', comunque personal best.
Bella gara, duretta a causa dei cavalcavia, ma mi sembra di essermi espresso bene, sinceramente aldilà delle mie aspettative.
E adesso... Vienna!

venerdì 8 gennaio 2010

Secondo test

Oggi secondo ed ultimo test. 3x5000 a RG+5'' con recupero di 1500 mt a 4'45'', ma il secondo recupero non si fa. Praticamente viene un 5000+10000. giornata splendida per correre. Provo anche l'abbigliamento per la gara anche se il clima è così instabile da non poter fare alcuna previsione. Durante il riscaldamento le gambe sono indolenzite ed i quadricipiti sono gonfi. Parto e so subito che ci sarà da soffrire. I primi 5000 vanno via veloci. Il timex mi fa sempre un po' arrabbiare perché, nonostante sappia di essere costante mi segna 4'35'', 3'48'', 4'12'', 4'24''... un sù e giù irritante! Verificherò che sia attivata la funzione di "appiattimento" delle rilevazioni. Durante il recupero non mi riprendo totalmente (e del resto l'andatura programmata non lo può permettere) e riparto per i 10000. Il giro è lo stesso: Farra-San Lorenzo-Villanova-Farra 5550 mt (http://www.gmap-pedometer.com/?r=3399391) . I primi 2 km e poco più sono in lieve salita ed il vento spira da sinistra o contrario. Soffro come un cane. Riprendo un po' di coraggio con il vento alle spalle ma all'inizio del secondo giro, verso il 7° km, ricomincia la sofferenza e mi viene una crisi vera. In allenamento non mi era mai successo. Un po' di ansia mi chiude la gola, ma la vinco inspirando a labbra socchiuse. Sono affaticato ma mancano 2500 metri. Penso a quando vedrò il cartello del 19° km in gara e lì non vorrò mollare. Allora stringo i denti, passo il cimitero di San Lorenzo, entro a Villanova, giro a destra alla Colombina, rettilineo, curva secca a destra col rischio di impattare il pulman delle scuole, quello giallo con i sedili a panchina. Ormai mancano 800 metri ed il vento mi sospinge.
Così i parziali: 5000 a 4'13'', 10000 a 4'16'' con una media di 4'15'' come da programma.
Adesso ci sono tre giorni per recuperare un po' (domani CLR, sabato una CL). Domenica poi si parte per la montagna. Credo che manchi solo una seduta specifica ad inizio settimana, per il resto mi dedicherò a scoprire la val di Fassa.
A Medea partirò con l'obiettivo di correre ai 4'10'' al km con accelerata finale che di solito mi riesce per una proiezione finale di 1h28'' (allineato al risultato di Klagenfurt, ultima mezza corsa, nell'ormai lontano agosto 2009, prima dell'infortunio).

martedì 5 gennaio 2010

Così parlò Albanesi

Dopo l'infortunio a carico del ginocchio destro ho sospeso la richiesta di consulenza a Pizzolato. Infatti il primo mese è stato di lento recupero ed i soldi, seppur pochi, sarebbero stati proprio sprecati. Una volta recuperata la capacità di correre senza dolori e per almeno 50 km alla settimana, ho cominciato una tabella di preparazione alla mezza, obiettivo Medea 17 gennaio. Ho preso spunto dalla tabella proposta sul sito di Roberto Albanesi. Da subito mi sono accorto che era tosta, se non altro per i km in programma. A grandi linee l'ho rispettata, soprattutto per quanto riguarda le sedute specifiche, magari ridistribuendole un po' per adattarle ai miei turni di lavoro. La scorsa settimana e questa sono quelle di test e di messa a punto delle caratteristiche utili a correre la mezza, prima fra tutte la capacità anaerobica, cioè la capacità di correre a lungo al ritmo della soglia anaerobica. Sabato era una brutta giornata, con vento di bora e pioggia e mi aspettava una seduta terribile: 15 km a ritmo gara. Sinceramente non so che valore allenante abbia una seduta del genere. Sicuramente può avere un valore sul piano psicologico se portata a termine secondo le intenzioni di Albanesi: arrivare "avendone ancora". Pura illusione, ovviamente, visto che in allenamento tenere un ritmo gara, vuoi perché non hai scaricato i giorni prima, vuoi perché la motivazione non mai quella della gara, costa molta, molta più fatica. Insomma: 15 km a 4'10''. Scelgo di fare 8 giri del circuito di Farra, per un totale di 14,8 km. Il circuito non è totalmente piano, misura 1850 metri, di cui la metà in falsopiano in salita è rigorosamente contro vento. Velocità media 4'14''/km, un po' deludente, visto il grave appesantimento di gambe e fiato con cui sono arrivato. Trovo un po' di giustificazione nel clima ingrato e nel percorso nervoso. Il timore è di aver esagerato e di faticare a recuperare. Domenica 7.5 km ad andatura turistica e oggi sotto la neve progressivo di 15 km, con 7.5 km a 4'45'', 4.5 km a 4'25'' e 3 km a 4'05''. E finalmente, sorprendentemente, buone sensazioni. Che stia finalmente finendo il periodo di flessione dello stato di forma?