A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

mercoledì 19 marzo 2014

Questione di numeri

"Stefano, ascoltami, si può fare una vita piena di soddisfazione anche correndo la mezza in 1h40 a fc 130-140 in beta e godersi per decenni la famiglia il lavoro l'Albania o quel che vuoi tu... ascoltami"

Sembra una frase piena di verità scontate, ma, cari runner, metteteci il vostro nome al posto del mio e provate a sentire cosa vi dice il cuore. Se poi a dirvela è il vostro Cardiologo, mi sembra che per molti di voi potrebbe suonare come una condanna a morte, quanto meno a quella sportiva.

In passato molte volte mi sono interrogato su quale fosse il vero stimolo al mio correre e troppo spesso mi sono mentito dicendomi che era soprattutto l'amore per questo sport. Era invece, prima di ogni altra cosa, una sfida ai miei limiti, un continuo tentativo di ridurre quel numeretto al traguardo, un rincorrere un miglioramento che, lo sappiamo tutti, prima o dopo sarebbe inesorabilmente finito. Motivazione psicologicamente poco sana, che nasconde certamente insicurezza ed il bisogno di trovare il proprio valore in un risultato, che però mi ha permesso di uscire dalle coperte quasi sempre al buio, spesso al freddo, lottando contro il sonno, i cani, le gambe legnose.

I NUMERI.
Ma quali sono questi portentosi numeri che hanno mosso la mia vita negli ultimi 7 anni? 3.03 il primo, 1.23 il secondo. Numeri di nessun valore per chi non corre, e di scarsissimo valore oggettivo anche per chi corre. Ma alle 5 del mattino facevano la differenza. Visti da fuori però, che gran poca cosa sembrano adesso.

EXTRASISTOLI.
Il 2014 doveva essere l'anno del primo assalto alle 3 ore. Programma: almeno 3 mezze sull'ora e ventidue e poi Valencia a 4'20''. Prima tappa: mezza di Ferrara, 16 marzo 2014. Iscritto, albergo prenotato per 4, ripetute all'alba sognando di tagliare il traguardo con Leonardo davanti al castello. Dopo 2 settimane di preparazione con condizione in netto miglioramento il cuore inciampa, quattro-cinque volte al minuto. Sono extrasistoli, lo so, è il mio mestiere. Passano uno, due, dieci giorni e il disturbo non peggiora, ma neanche migliora. A tre settimane dalla gara sospendo gli allenamenti. A tre giorni dalla sospensione il mio cuore torna silenzioso come sempre.

IL POST GARA
A Ferrara non voglio rinunciare. E' l'occasione per stare con i miei amici e la mia famiglia. Nessun rimpianto per non poter correre, solo la gioia di vedere gli amici arrivare al traguardo, chi deluso, chi vincente, e la gioia di stare ore a bordo strada ad incitare tutti, con Leonardo. Con le gare mi sembra di avere già chiuso. L'ho detto, è il mio mestiere.
Lunedì sera mi aspetta Andrea in ambulatorio.

LUNEDI'.
Andrea di Lenarda è il più grande esperto di miocardiopatia dilatativa, la malattia di mia mamma, in Europa (e forse nel mondo). Andate su PubMed e mettete il suo nome. 115 articoli su riviste internazionali mettono soggezione anche ai Colleghi. Gli rubo novanta minuti di visita, ben più di una mezza, nel suo studio dove fanno bella mostra di sé alcune fotografie formato maxi. In una di queste Andrea taglia il traguardo a NY, in un'altra a Venezia. Mi dice che devo calmarmi. Niente più maratona. Niente più gare. Il mio cuore sta bene, ma non si sa tutto sull'andamento di questa malattia e scommettere sulla tenuta del muscoletto che sta tra i polmoni sarebbe una roulette russa.

MARTEDI'.
Di nuovo a Tirana. Sta per calare la sera. Dopo 3 settimane rimetto le scarpette e mi avvio al lago. Mi metto a velocità confortevole. Dopo 5 chilometri mi fermo. Prendo il polso: 132. Altro giro. In chiusura mi permetto una sgasata di 150 metri, giusto per sentire l'aria sulla faccia.
E' una bella serata, è una bella corsa, è una bella vita.
E' una nuova serata, è una nuova corsa,  è una nuova vita.

SMS stamattina:
Turco: ieri corsi 12 k tenendo 135 bpm. Sto diventando bravo.
Andrea: ci hai messo il tuo tempo, meglio tardi che mai.

Alla fine è sempre e solo questione di numeri.