A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

mercoledì 30 gennaio 2013

Arsildo e Leonardo

Oggi doppio giro della vergogna e del pubblico ludibrio. Sempre risate e commenti alle mie spalle. Ritengo sia un vantaggio non conoscere la lingua!
Al secondo giro incrocio due ragazzini tra i 7 e gli 8 anni. Si girano e cominciano a corrermi a fianco. Me lo porto scritto in faccia che non sono Albanese ed infatti il più piccolo mi si rivolge in inglese informandosi su nome e nazionalità. Gli chiedo il suo nome "Arsildo" (mi pare di ricordarlo così) e, per par condicio, lo chiedo anche all'altro "Leonardo". Mi impegno a spiegare che io ho un figlio che si chiama nello stesso modo ma, sarà per l'acido lattico, sarà per l'esaurimento del vocabolario di inglese, vedo nebbiose paludi nei loro occhi e demordo. Demordono anche loro dopo 300 metri.

L'avevo detto che avrei coinvolto qualcuno!

lunedì 28 gennaio 2013

2nd round

Di nuovo nella terra delle Aquile, dopo un fine settimana lungo a casa.
Venerdì sono atterrato un po' in ritardo a Ronchi e sono stato accolto dai 2/3 della mia famiglia italiana. Siamo andati a recuperare la Ciuc al nido che ha stentato un po' a a riconoscermi. Dopo poco però l'amnesia è scomparsa e la serata ha visto il primo pigiama party della nostra storia. Di correre nel fine settimana neanche a parlarne anche perché di notte si dorme ancora poco, tra un dentino e un tentativo di infilarsi nel lettone da parte di Leo.
I giorni a casa sono volati, in realtà sabato pomeriggio un po' buttato nel cesso, sportivamente parlando, per dare tempo a Laura di sfogare la sua nova passione: il cake design.
Domenica poi a Valbruna dove c'era mezza regione, a salire e scendere lungo il pendio innevato e soleggiato con bob e slittini. Bambini divertiti, papà di più.

Stamattina solita atmosfera cupa, freddo, cielo grigio, pioggerellina fastidiosa e un pizzico di tristezza nel cuore perché stavolta saranno due settimane. In realtà potevano essere dieci giorni, ma poi i rientri non coincidono con le vacanze di carnevale di Leo e allora è meglio allungare un po' stavolta.

Sul lavoro ho ottenuto una piccola ma importante vittoria che ha generato fiducia nei miei confronti, primo ed indispensabile passo per lavorare in e coordinare un gruppo.

Domani in programma due giri sul percorso dei bulli. Chissà che prima o poi qualcuno riesca a coinvolgerlo.

PS: mi sono portato un paio di braghettoni, ma mi sembra di essere Dean K., almeno nell'abito.




mercoledì 23 gennaio 2013

Robe dell'altro mondo

Stamattina esco alle 8.30 dalla stanza e vado a lavorare. Alle 14 torno in camera e trovo la roba sporca che avevo lasciato un po' in armadio un po' sul termosifone (gli indumenti della corsa si sono infatti rapidamente asciugati ma hanno reso l'aria piuttosto pesante) appoggiata al letto. Mi dico, ma guarda un po', la signora delle pulizie è andata a frugare nell'armadio e ha pensato di mettere ordine sulla biancheria sporca, che strana idea. E che coraggio a prendere in mano i calzini infangati e umidi della corsa... poi li prendo in mano e sento che non sono nè sporchi nè umidi. Guardo meglio e noto che tutta la biancheria è lavata e perfettamente asciutta. Come se non bastasse noto le scarpe da ginnastica sul termosifone. Ieri le avevo lasciate fuori dalla finestra perchè totalmente ricoperte di fango e adesso se ne stanno pulite pulite ad asciugarsi.
Indossate le scarpe, invero ancora un po' appesantite (non mi sto lamentando), ed esco. Trovo il factotum Arthur al quale chiedo di darmi uno strappo fino al laghetto artificiale di Tirana. Turi (tipico diminutivo albanese!) mi accompagna nel dedalo trafficatissimo delle vie della città e mi scarica al lago. Mi guarda e mi fa: "Quanto cori?" (non è un errore). E io "un'ora". E lui: "Bene, io ti aspeto qui". Ha aperto il giornale e mi ha fatto intendere che, tutto sommato, quell'ora di cazzeggio faceva bene anche a lui.
Finalmente al lago incontro un bel po' di runner, ma io continuo a rimanere l'unico maschio con i pinocchietti... mi sa che mi dovrò comprare un braghettone da calciatore...  Dopo il riscaldamento mi sparo un 20 x 1'+1' su un percorso nervoso (9,5 km circa + 3 risc + 1 def) con una media finale nella parte specifica di 4'15'' (in pianura a casa avevo terminato la stessa seduta 3 settimane fa a 3'57'' generando un ottimismo poi rapidamente declinato).
Rispetto a 5-6 anni fa il lungolago è molto migliorato. Si corre su terra battuta, a fianco di un ampia strada pavimentata dove passeggiano centinaia di persone. Dei quasi 5 km di giro, uno è estremamente fangoso, ma il resto è piacevolissimo.
In barba ai miei amici maratoneti di Concordia-Motta, io oggi ho corso in maniche corte ;-)
A fine seduta Turi mi aspettava placido in macchina, col giornale appoggiato tra la pancia e il volante. Gli faccio: "la prossima volta fai anche tu un giro passeggiando". Lui mi guarda, sorride e si accende una sigaretta. Era scritto in albanese, ma sono convinto di aver letto nei suoi occhi: "non son mica mona come te!".

martedì 22 gennaio 2013

Prima corsa della nuova era

Se mai mi fossi illuso che venendo a Tirana avrei lavorato di meno, in questo momento sarei davvero amaramente sorpreso. Sarà per l'effetto novità, ma oggi mi hanno sommerso di appuntamenti.
Ciò nonostante alle 15 ero in strada e alle 16.07 di nuovo sotto la "villa".
"Allenarsi su strada" qui è solo un concetto. In pratica è un allenarsi su buche. A parte le zone di asfalto mancante, va posta particolare attenzione ai numerosi tombini privi di coperchio e alle pozzanghere che possono celare abissi degni del miglior Fantozzi.
A sorpresa qui c'è una certa attenzione per i pedoni, se non altro perché invadono qualsiasi strada, sia perché il marciapiede è un'entità scarsamente conosciuta, sia perché molti Albanesi si muovono alla periferia della città con i mezzi pubblici e dalla fermata a casa se ne vanno pedibus calcantibus.
Quindi ritengo di aver corso senza correre... rischi.
Certo, qui sono una mosca bianca, non so se per il fatto che corro in queste zone della città (in centro so esserci un parco, magari i runner di Tirana si ritrovano tutti lì...) o per il pinocchietto (qui il concetto di "maschio" è lievemente diverso), ma era evidentissimo che passando accanto a gruppetti di 2 o più adolescenti-giovanotti, dapprima una ventina di occhi si fissavano sulla mia insolita figura, quindi calava un significativo silenzio, e dopo qualche secondo esplodevano frizzi, lazzi e esclamazioni tutte dal contenuto a me sconosciuto, ma scommetto non proprio lusinghiero. Devo dire che oggi non ho avuto il coraggio di fissare negli occhi nessuno di questi ragazzacci, ho solo timidamente salutato un gruppo di 12-13enni che ha interrotto una partita a pallone in mezzo alla strada, non so se per lasciarmi passare o per prendermi per il culo più comodamente.
Se incrociati da soli, questi elementi sono piuttosto gentili quando non schivi, ma il branco dona  loro uno strano senso dell'umorismo di cui mi fanno omaggio.
Insomma poco più di un'ora, senza che mai il passo futuro fosse uguale a quello appena fatto, chiudendo a 4'25'' di media che sarebbe incoraggiante se fosse il quinto giorno consecutivo di corsa.
Incrociati solo due cani randagi, nessuno dei quali molesto, e basta questo per farmi ben sperare per il futuro.

lunedì 21 gennaio 2013

Giorno zero

21 gennaio, giorno zero.
Arrivato oggi a Tirana dopo un volo turbolento, ma nemmeno troppo. Sicuramente più difficile salutare moglie e bambini che atterrare nella bufera.

Mi sono abbastanza organizzato con le comunicazioni, tra skype, viber e tango, alla fine ci si scrive e ci si vede a costo zero. Certo, non è la stessa cosa di essere a casa, ma insomma, cinquant'anni fa un viaggio così richiedeva 12 ore di sentirsi per missiva. Oggi sono uscito di casa alle 10.40 e alle 14.40 ero in servizio.

Mi mancano i bambini, anche i loro capricci.

Domani, se non diluvia, provo a correre.