A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

domenica 29 novembre 2009

Farra, 29 novembre 2009

7400 metri, 4 giri da 1850, 24 curve, 4 brevi salite.
Com'è andata.
Partenza cauta, senza correre dietro al gruppetto dei primi che viaggia sui 3'45'' al km. Mi metto su un ritmo che mi sembra essere attorno ai 4'00'' al km. Il primo giro se ne va in 7'26'' (4'03''/km). Sono tranquillo, non sto lì a menarmela perché sono in ritardo di 5 secondi. Secondo giro sulla stessa andatura: 7'23'', una fotocopia del primo. Ho recuperato un paio di posizioni su persone partite troppo forte e già scoppiate. Subito dopo la conclusione del giro mi affianca un runner che non voglio seguire, viaggia almeno 5''/km più velocemente di me, e mi sembra di non dover esagerare. Terzo giro chiuso in 7'19'', ma schiaccio senza guardare il quadrante: ormai quel che è fatto è fatto. Intravvedo un runner con la maglia blu che vedo a tutte le corse qui in giro e che secondo me va più o meno come me. Aggiusto il mirino su di lui. Per il primo km dell'ultimo giro mi avvicino abbastanza decisamente. Sul penultimo rettilineo in falsopiano mi rendo conto che sto per doppiare Nicola, Simone e Edoardo. Ce la metto tutta, li supero con passo spento e respiro pesantissimo. Mi assale la nausea. Sono proprio al limite. Dopo il sorpasso la strada torna pianeggiante e recupero qualcosa. Ultima curva. Il runner con la maglia blu ha trovato qualche energia residua e ormai non lo prenderò più. Dopo la fine della corsa incontro alla macchina un runner (primo degli M40) che mi dice che l'ho superato sull'ultimo rettilineo: non me ne sono neanche reso conto! Ultimo giro in 7'08'' per un tempo totale di 29'15'', 11° posto assoluto e media attorno ai 3'58''/km. Obiettivo di minima ampiamente superato ma netta incapacità di progressione e di cambio di passo. Forse a causa del percorso mosso, forse a causa della necesstià di lavorare ancora un po' per recuperare uno stato di forma decente. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Ma non credo che avrei potuto farlo.
Bravi Nicola e Simone, che hanno chiuso in 40'03'', ottimo Edoardo, sotto i 39'.

martedì 24 novembre 2009

Finalmente lungo

L'infortunio dura molto di più nella testa che nel punto in cui si è verificato. Dopo tre settimane di ripresa degli allenamenti mi accorgo che, solo ora, ho smesso di correre tenendo sempre "un orecchio" al mio ginocchio destro. Mi sento ancora sotto esame ed ogni volta che affronto un allenamento "nuovo" (cioè mai effettuato dopo la guarigione) mi domando se non sarà questo a far tornare il disturbo. Le scarpe le ho cambiate, ma l'impressione che la causa di tutto sia stato un sovraccarico non mi rende tranquillo. In realtà attualmente mi sto tenendo su chilometraggi abbastanza ridotti (50 alla settimana) e addirittura la scorsa ne ho corsi solo una quarantina. Ieri, lunedì, ho recuperato il lungo che avevo in programma. L'intenzione era correre un ventina di km a 4'45'', per un totale di 1 ora e 35' di permanenza sulle gambe (ho già svolto alcuni allenamenti sull'ora e 15 la settimana precedente). Visto il calo di efficienza correlato allo stop prolungato, sapevo che anche 20 km non sarebbero stati una passeggiata. Sono partito perciò cauto, senza GPS (che peraltro non funziona), con la sola possibilità di misurare l'andatura al 3° e 4° km, che si è rivelata corretta. Poi campagna e qualche breve tratto di sterrato con 5-6 cavalcavia. Dopo il 15° km mi sono rimesso sulla strada precedentemente percorsa, rilevando che stavo correndo a 4'30'' al km. Visto le discrete sensazioni (anche se il fiato mi diceva che l'andatura era più vicina a quella di una CLS che a quella di un CL) ho voluto percorrere i rimanenti 5 km alla stessa velocità, per poi provare 1 km "a tutta", giusto per vedere se ne avevo ancora. Ne è venuto fuori un 1000 finale a 3'43'' (anche troppo!) che mi conferma che, andando avanti, posso strutturare le uscite sopra i 20 km come segue: metà km a 4'45'', metà a 4'35'' con un ultimo km a 4'00''.
Domenica correrò il primo vero test del dopo infortunio: 7400 mt su un circuito di 1850 da ripetere 4 volte in una manifestazione che si corre proprio sotto casa mia. Il percorso contiene due minime asperità e tre curve secche che lo rendono non proprio scorrevolissimo. L'intenzione è di correre i primi due giri a 4'00'' al km (14'40'', 7'20'' a giro), poi accelerare lievemente al terzo giro (7'10'') e poi dare tutto nel finale, chiudendo attorno ai 29'. Questo è il programma "ideale", mentre l'obiettivo minimo è chiudere sotto i 29'40''.
Attualmente sto lavorando sulla forza (esercizi a corpo libero) e sulla capacità anaerobica, che dovrebbe essere una grandezza utile per la gara di domenica (anche se il picco di massima forma anaerobica dovebbe arrivare tra un paio di settimane). Il poco tempo mi impedisce di lavorare sulle salite brevi, che sto trascurando da luglio. Al loro posto faccio appunto esercizi a corpo libero.

venerdì 13 novembre 2009

Si torna a volare... basso.

Non ho avuto tempo di aggiornare il blog in queste due settimane perché il lavoro mi ha portato via molto tempo... ed il rimanente l'ho finalmente dedicato alla corsa.
Dall'inizio di novembre ho ricominciato ad allenarmi, dapprima allungando progressivamente le distanze percorse al ritmo della corsa lenta, poi provando con un progressivo di una decina di km e, la settimana successiva, verificando la tenuta del ginocchio ad andature più sostenute come quelle delle sedute di IT (specificamente IT10x300 mt).
Inoltre, in compagnia di alcuni amici ciclisti, ho iniziato delle sedute di potenziamento-elasticità-stretching una-due volte alla settimana.
Il ginocchio tiene egregiamente, fastidi non ne ho più. Le sedute in pista mi costano tanta fatica, forse troppa.
Tra il 19 ed il 21 novembre mi trovavo a Modena per un corso ed ho approfittato per uscire un paio di volte e concludere una settimana che, per motivi lavorativi, è stata davvero poco produttiva dal punto di vista degli allenamenti. La considero quindi una settimana di scarico. Giovedì sera ho percorso 11 km con un collega di Bolzano conosciuto al corso. Il piacere di correre con quel compagno di allenamento, derivante dalla constatazione che si trattava di persona che non parla per riempire i silenzi, era mista al terrore di essere investito dai TIR in transito sulle strette vie della periferia di Modena. Non esito a definire questa uscita come la peggiore della mia vita di podista. La mattina di venerdì sveglia alle 6. Appena posso lascio la pessima strada statale e mi addentro in una via di campagna che mi conduce all'oasi "vivinatura" dove mi butto in un 12x400 su sterrato attorno al lago. Sbuffo come una ciminiera, ma questo non spaventa gli aironi cinerini che pescano nel laghetto. Due botoli bianchi mi massacrano le balle rincorrendomi per mezzo allenamento, ma è solo scena. Torno all'albergo, stanco ma felice.
Sabato riposo, domenica lavoro 20 ore. Ma lunedì spero di affrontare i 20 km del lungo con le gambe riposate.
Si va veloci verso domenica prossima, il primo vero test dopo l'infortunio: 7,4 km a Farra su un circuito di 3.850 mt.
Obiettivo? Ci sto pensando...