A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

domenica 27 dicembre 2009

Corrida

Dicembre un po' balordo. Bene la seconda settimana, fino alla neve. Benino anche a Salisburgo, durante le ferie, con qualche difficoltà sulla neve. Poi viene la settimana della pioggia e per 5 giorni mi addormento vittima di una crisi motivazionale di rara forza. Mi risveglio venerdì 25 dicembre. - Ricordati di santificare le feste- diceva un tale. E cosa c'è di meglio di una corsa esplorativa sulle rive dell'Isonzo inferocito? La situazione è grave. Un bambino fuori casa chiama il papà sull'argina "Papà, dobbiamo andare, l'acqua in casa sta salendo." Devo tornare indietro perché la strada è allagata e c'è gente sotto fino al ginocchio. Dello stesso tenore le mie gambe. Male. Arranco per 14 km poco più, con 5 allunghi finali che fanno male. E' uno di quei giorni in cui la strada non scorre sotto i piedi.
Sabato 26 corrida di Santo Stefano, Gradisca. La gara si tiene perché l'argine ha resistito e il fiume ha riabbassato la testa. Mi hanno raggiunto Pier, Eva, Elisa, Michele e due loro amiche/fidanzate finlandesi. Riscaldamento discreto con qualche allungo. Mi rendo conto di essermi vestito troopo, ma quando sono sceso dalla macchina facevano 3°. Oranizzazione Ballaben: petardo e via, strade non chiuse al traffico. Non ci sono i km segnati. Parto e arrivo a sensazione. Le gambe non sono brillanti ma il fiato regge. Corro i primi km con un po' di gente che va come me. Stimo sui 4'/km. Mi passa uno pesantissimo e un po' se ne va, poi resta lì, 10-15 metri avanti, e mi chiedo come faccia, che peserà 90 chili. Vento contro, ma so che dopo il 4° km si gira. Ed infatti col vento in poppa guadagno qualcosa su 4-5 che sono lì davanti. Verso il 6° km il grosso schianta. Lo passo che c'ha il fiatone che neanche alla fine del giro di Farra. Tengo d'occhio Pier, che mi da 150 metri al 6°. Metto il mirino su di lui e mi impegno, ma non è che faccia la differenza. Guadagno poco su quelli intorno, ma non vado via a nessuno. Ne passo un 3-4 ma poca roba. Verso l'ottavo Pier è più vicino, ma non abbastanza. Poi mi dirà che negli ultimi 2 km ha sentito le gambe meglio e che è andato via in progressione. A 200 metri dall'arrivo riesco a cambiare marcia, ma è per finta. Uno ne passo, un altro mi passa. Potrei ancora mettere la testa avanti, ma chissensfrega, per il 40° posto! Alla fine 9.2 km in 36'40'', media di 4'00'' con Pier davanti di 25'', irrecuperabili, almeno per come sto adesso. 41° assoluto. Solita mediocrità. Ho rivisto quello di Mariano ma era provato. Non ho avuto il coraggio di fermarlo. Ho l'impressione che siamo arrivati insieme anche 'sto colpo. Intanto le classifiche latitano.
Tutto sommato in proiezione avrei corso i 10000 in 40' netti, cosa che fino a poco tempo fa mi sognavo.
Arriva domenica 27, oggi, lavoro dalle 9 alle 20. Stavolta lo faccio. Ci vado di corsa. 13 km, stamattina in 59'. Adesso recupero e tra 2 ore torno a casa, a ritmo CLR, 5'00-5'10'' non di più, che già le gambe tremano.

mercoledì 9 dicembre 2009

A non poter più correre...




Dubbi non ce ne sono, c'è poco da menarsela con le diagnosi differenziali. Ho una sacro ileite, e non dipende dalla corsa. E' una malattia autoimmune, non delle peggiori, ma stronza. Va e viene senza che tu faccia qualcosa per chiamartela. Da un mese mi portavo dietro un fastidioso mal di schiena, che si accentuava dopo la corsa. Era divenuto così intenso da impedirmi di fare stretching per la schiena e per gli ischio-crurali. E' iniziata come una "banale" lombosciatalgia, ma poi il dolore si è localizzato proprio lì, sull'articolazione. Quando ho realizzato mi è venuto lo sconforto. L'altra notte ho perso un paio d'ore in intenet a cercare una motivazione per preferire il nuoto al running... e mi ero già quasi convinto! Adesso l'antiinfiammatorio comincia a funzionare e una buona tastata di mio fratello ieri sera mi ha fatto capire due cose: che ho davvero anche una componente di sciatalgia, probabilmente sostenuta da una contrattura della muscolatura lombare che mi ha fatto cainare quando Mauro l'ha toccata. E che la situazione si è già abbastanza cronicizzata da ridurre già il trofismo del gluteo sinistro.
Ieri mattina avevo in programma un LL di 22 km. Sveglia alle 9 dopo le ore piccole con Max, Elo ed Ema. La pioggia inondava il tetto e la motivazione era sotto i talloni. Mi sono rigirato nel letto e ho mandato a cagare il fato avverso. Raramente mi sono lasciato scoraggiare dalla pioggia... è che non era solo la pioggia... Stamattina invece, giornata splendida. E allora il fato avverso l'ho mandato veramente in culo e sono partito. La prima ora in controllo, credo di non aver corso sotto i 4'45'', comodo. Poi dopo Cormòns mi sono buttato in una strada sconosciuta. Qualche sù e giù, ma poca roba, fatti però spingendo conla chiappa sinistra, giusto per svegliarla dal torpore. Non ho più guardato il cronometro e mi sono goduto il paesaggio. Ho spinto un po' di più per altri 50' con gli ultimi 3 km in progressione: 4'25''-4'18''-4'??'' (vicino ai 4 netti). Stasera sul google pedometer ho misurato la distanza: 24 km in 111': media 4'37'' abbondanti. E la schiena mi fa meno male del solito. Buone sensazioni (e vorrei vedere... dopo tre giorni di riposo!).
Credo che ogni tanto faccia bene temere di non poter più correre. Ti fa reinnamorare di questo sport e della fatica che comporta.
Domani vado da Mauro a farmi aggiustare la muscolatura. Il Celebrex farà il resto. Prima di tutto però vado a elemosinare una RMN dall'amico radiologo. Poi la prossima settimana faccio i prelievi. Poi, per altre terapia... vedremo. Adesso non ci penso.
Continuerò a correre e nei momenti di acuzie infiammatoria mi dedicherò un po' al nuoto. I dorsali ringrazieranno e chissà che anche la Pimpi non apprezzi il nuovo "modello estetico" non solo puro runner.

venerdì 4 dicembre 2009

Ancora fermo

Sì ma non è colpa mia stavolta!
Dopo la gara di domenica mi sentivo bene. Innanzitutto ero stupito del piazzamento (uno come me che è abituato ad arrivare "nella massa" non si abitua alla strada libera davanti a sè). Come mi aspettavo non ho avuto dolori alle gambe nel pomeriggio perché lo sforzo è stato piuttosto breve anche se intenso. L'acido lattico mi ha inondato i muscoli, ma non c'è stato il tempo di provocare danni alle fibre muscolari. L'ottimismo si è un po' smorzato dopo il confronto con la Pimpi che mi ripete continuamente (a ragione) che ho una corsa elegante, sì, ma poco potente. E' vero. Dalle foto si vede benissimo che ho una carenza nella spinta dei piedi e mi sembra che quando sono stanco la spinta si disperda un po' troppo verso l'alto piuttosto che verso l'avanti. Insomma, tutto sommato ero contento. Considero quei 7400 mt a 3'58'' come un test (e visto il percorso stimo che avrei potuto correre i 5000 mt a 3'55''-3'56'') che mi dà, come velocità di riferimento per la preparazione della prossima maratonina, 4'10''/km.
Stasera sono andato a vedermi podisti.net
http://www.podisti.net/index.php?option=com_content&view=article&id=3834:farra-disonzo-go-4d-giro-podistico-di-farra-disonzo&catid=39:primapagina&Itemid=97
e nella sezione FVG c'è un piccolo articolo sulla gara di domenica. Per la prima volta compaio in una classifica... come Dario Turchetto! Nono maschio, undicesimo assoluto. Sono andato a cercare i nomi dei due runner che mi hanno preceduto a Farra nella classifica della 32 cippi di Gradisca. Uno dei due è quello con la maglietta blu (o è Poiana o è Codermazzi). Ebbene se è Poiana a Gradisca mi ha dato più di 4' e mezzo, se è Codermazzi mi ha dato 3'. Entrambi corrono per una società di Mariano e quindi prima o poi maglietta blu lo fermo e mi presento e gli dico "cazzo, ogni volta mi dai carne... bravo! Ma tu sei Poiana o Codermazzi?" rispettivamente 19'' da uno e 13'' dall'altro. Ne deduco senza dubbio che la mia prestazione a Gradisca ha risentito di una scarsa resa in salita e che in pianura valgo sempre meno ma non tanto meno.
Lunedì mattina, pronto per iniziare le otto settimane di preparazione per la Maratonina di Medea, mi spunta una gnàgnara niente male. Naso chiuso, mucose che bruciano, occhi gonfi, in giornata male alle ossa. La notte brividi e poi sudo e dormo solo dopo la tachipirina. Martedì non sto meglio ma azzardo un'uscita di esercizi a corpo libero con gli amici di Ruda. Al ritorno non riesco neanche a stare al passo del defaticamento perché mi sembra che la milza mi stia scoppiando. Sono a pezzi. Martedì notte ancora male, mercoledì maluccio, nel pomeriggio ancora ossa rotte. Poi stanotte ancora un po' di freddo, orecchie chiuse. Mi drogo di TachifluDEC, che fa solo quello per cui è stato inventato: ti fa stare meglio 3 ore e poi ripiombi nell'abisso della rinofaringite virale. Dal naso escono forme di vita giallastre, tenaci ed informi. Poi arriva l'epistassi (come se ne sentissi la necessità). Oggi forse sono fuori dal tunnel e chiaramente le ferie sono finite. Stanotte si torna al lavoro. Non ho praticamente neanche buttato lo sguardo sul programma della settimana perché non voglio vedere cosa mi toccherà recuperare (cosa che tra l'altro non riuscirò a fare perchè il programma è già densissimo). Credo che proseguirò con il programma della settimana prossima e posticiperò o salterò il test di domenica (5x2000 da correre ampiamente sotto il RG). Il test lo farò quando starò un po' meglio. Non credo comunque che il RG si discosterà molto dal 4'10'' stabilito domenica.
Unica consolazione: è meglio farsi la gnègnara adesso che fra un mese, quando non hai più il tempo per recuperare. E comunque la mezza di gennaio (Medea o chi per lei) è a sua volta propedeutica alla preparazione di una maratona primaverile. PB? A Medea non vale... tutti dicono sia "cortina".

domenica 29 novembre 2009

Farra, 29 novembre 2009

7400 metri, 4 giri da 1850, 24 curve, 4 brevi salite.
Com'è andata.
Partenza cauta, senza correre dietro al gruppetto dei primi che viaggia sui 3'45'' al km. Mi metto su un ritmo che mi sembra essere attorno ai 4'00'' al km. Il primo giro se ne va in 7'26'' (4'03''/km). Sono tranquillo, non sto lì a menarmela perché sono in ritardo di 5 secondi. Secondo giro sulla stessa andatura: 7'23'', una fotocopia del primo. Ho recuperato un paio di posizioni su persone partite troppo forte e già scoppiate. Subito dopo la conclusione del giro mi affianca un runner che non voglio seguire, viaggia almeno 5''/km più velocemente di me, e mi sembra di non dover esagerare. Terzo giro chiuso in 7'19'', ma schiaccio senza guardare il quadrante: ormai quel che è fatto è fatto. Intravvedo un runner con la maglia blu che vedo a tutte le corse qui in giro e che secondo me va più o meno come me. Aggiusto il mirino su di lui. Per il primo km dell'ultimo giro mi avvicino abbastanza decisamente. Sul penultimo rettilineo in falsopiano mi rendo conto che sto per doppiare Nicola, Simone e Edoardo. Ce la metto tutta, li supero con passo spento e respiro pesantissimo. Mi assale la nausea. Sono proprio al limite. Dopo il sorpasso la strada torna pianeggiante e recupero qualcosa. Ultima curva. Il runner con la maglia blu ha trovato qualche energia residua e ormai non lo prenderò più. Dopo la fine della corsa incontro alla macchina un runner (primo degli M40) che mi dice che l'ho superato sull'ultimo rettilineo: non me ne sono neanche reso conto! Ultimo giro in 7'08'' per un tempo totale di 29'15'', 11° posto assoluto e media attorno ai 3'58''/km. Obiettivo di minima ampiamente superato ma netta incapacità di progressione e di cambio di passo. Forse a causa del percorso mosso, forse a causa della necesstià di lavorare ancora un po' per recuperare uno stato di forma decente. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Ma non credo che avrei potuto farlo.
Bravi Nicola e Simone, che hanno chiuso in 40'03'', ottimo Edoardo, sotto i 39'.

martedì 24 novembre 2009

Finalmente lungo

L'infortunio dura molto di più nella testa che nel punto in cui si è verificato. Dopo tre settimane di ripresa degli allenamenti mi accorgo che, solo ora, ho smesso di correre tenendo sempre "un orecchio" al mio ginocchio destro. Mi sento ancora sotto esame ed ogni volta che affronto un allenamento "nuovo" (cioè mai effettuato dopo la guarigione) mi domando se non sarà questo a far tornare il disturbo. Le scarpe le ho cambiate, ma l'impressione che la causa di tutto sia stato un sovraccarico non mi rende tranquillo. In realtà attualmente mi sto tenendo su chilometraggi abbastanza ridotti (50 alla settimana) e addirittura la scorsa ne ho corsi solo una quarantina. Ieri, lunedì, ho recuperato il lungo che avevo in programma. L'intenzione era correre un ventina di km a 4'45'', per un totale di 1 ora e 35' di permanenza sulle gambe (ho già svolto alcuni allenamenti sull'ora e 15 la settimana precedente). Visto il calo di efficienza correlato allo stop prolungato, sapevo che anche 20 km non sarebbero stati una passeggiata. Sono partito perciò cauto, senza GPS (che peraltro non funziona), con la sola possibilità di misurare l'andatura al 3° e 4° km, che si è rivelata corretta. Poi campagna e qualche breve tratto di sterrato con 5-6 cavalcavia. Dopo il 15° km mi sono rimesso sulla strada precedentemente percorsa, rilevando che stavo correndo a 4'30'' al km. Visto le discrete sensazioni (anche se il fiato mi diceva che l'andatura era più vicina a quella di una CLS che a quella di un CL) ho voluto percorrere i rimanenti 5 km alla stessa velocità, per poi provare 1 km "a tutta", giusto per vedere se ne avevo ancora. Ne è venuto fuori un 1000 finale a 3'43'' (anche troppo!) che mi conferma che, andando avanti, posso strutturare le uscite sopra i 20 km come segue: metà km a 4'45'', metà a 4'35'' con un ultimo km a 4'00''.
Domenica correrò il primo vero test del dopo infortunio: 7400 mt su un circuito di 1850 da ripetere 4 volte in una manifestazione che si corre proprio sotto casa mia. Il percorso contiene due minime asperità e tre curve secche che lo rendono non proprio scorrevolissimo. L'intenzione è di correre i primi due giri a 4'00'' al km (14'40'', 7'20'' a giro), poi accelerare lievemente al terzo giro (7'10'') e poi dare tutto nel finale, chiudendo attorno ai 29'. Questo è il programma "ideale", mentre l'obiettivo minimo è chiudere sotto i 29'40''.
Attualmente sto lavorando sulla forza (esercizi a corpo libero) e sulla capacità anaerobica, che dovrebbe essere una grandezza utile per la gara di domenica (anche se il picco di massima forma anaerobica dovebbe arrivare tra un paio di settimane). Il poco tempo mi impedisce di lavorare sulle salite brevi, che sto trascurando da luglio. Al loro posto faccio appunto esercizi a corpo libero.

venerdì 13 novembre 2009

Si torna a volare... basso.

Non ho avuto tempo di aggiornare il blog in queste due settimane perché il lavoro mi ha portato via molto tempo... ed il rimanente l'ho finalmente dedicato alla corsa.
Dall'inizio di novembre ho ricominciato ad allenarmi, dapprima allungando progressivamente le distanze percorse al ritmo della corsa lenta, poi provando con un progressivo di una decina di km e, la settimana successiva, verificando la tenuta del ginocchio ad andature più sostenute come quelle delle sedute di IT (specificamente IT10x300 mt).
Inoltre, in compagnia di alcuni amici ciclisti, ho iniziato delle sedute di potenziamento-elasticità-stretching una-due volte alla settimana.
Il ginocchio tiene egregiamente, fastidi non ne ho più. Le sedute in pista mi costano tanta fatica, forse troppa.
Tra il 19 ed il 21 novembre mi trovavo a Modena per un corso ed ho approfittato per uscire un paio di volte e concludere una settimana che, per motivi lavorativi, è stata davvero poco produttiva dal punto di vista degli allenamenti. La considero quindi una settimana di scarico. Giovedì sera ho percorso 11 km con un collega di Bolzano conosciuto al corso. Il piacere di correre con quel compagno di allenamento, derivante dalla constatazione che si trattava di persona che non parla per riempire i silenzi, era mista al terrore di essere investito dai TIR in transito sulle strette vie della periferia di Modena. Non esito a definire questa uscita come la peggiore della mia vita di podista. La mattina di venerdì sveglia alle 6. Appena posso lascio la pessima strada statale e mi addentro in una via di campagna che mi conduce all'oasi "vivinatura" dove mi butto in un 12x400 su sterrato attorno al lago. Sbuffo come una ciminiera, ma questo non spaventa gli aironi cinerini che pescano nel laghetto. Due botoli bianchi mi massacrano le balle rincorrendomi per mezzo allenamento, ma è solo scena. Torno all'albergo, stanco ma felice.
Sabato riposo, domenica lavoro 20 ore. Ma lunedì spero di affrontare i 20 km del lungo con le gambe riposate.
Si va veloci verso domenica prossima, il primo vero test dopo l'infortunio: 7,4 km a Farra su un circuito di 3.850 mt.
Obiettivo? Ci sto pensando...

domenica 25 ottobre 2009

Regalo presto utile


Fermo da due settimane.

Il ginocchio non mi fa male. Mai. Neanche a salire due piani di scale di corsa. Buon segno. Lunedì scorso sono uscito per una prova sui 1000 metri, a 5'30''. Nessun fastidio. Martedì test a tipo "riscaldamento": 1 km a 5'30'', 1 km a 5'00'', 1 km a 4'30''. No dolore, ma il ginocchio destro non è come il sinistro. Sento come un impaccio. Stop per altri tre giorni. Venerdì ritento il riscaldamento, allungando di 1 km. Idem. Credo che se allungassi a 8-10 km i dolori tornerebbero. Non sono demoralizzato, magari lo sarò appena tornerò ad usare il cronometro. Ma non mi importa. Per fare i record ci sarà tempo (o forse no, visto che sto diventando vecchio). In ogni caso conta di più peter correre fino alla fine dei miei giorni che correre per altri due anni e poi infortunarmi. La settimana che verrà sarà dedicata ancora a qualche test, per poi cominciare, se tutto va bene, con un graduale incremento del chilometrggio settimanale senza sedute specifiche.
Intanto ieri Matteo mi ha regalato un fantastico cronografo Timex, che non andrà a soppiantare l'attuale corredato di GPS, che mi accompagna da quando corro un po' più seriamente e che mi è stato regalato da Laura, ma verrà utilizzato nelle sedute in pista (dove il GPS è inutile). Spero che questo regalo sia di buon auspicio per la mia ripresa e per il ritorno alla corsa "di qualità" dell'amico Matteo.
Complimenti anche a Piergiovanni che a Venezia ha chiuso in un bel 3h09'40''. Ormai anche quando soffre fa tempi, per me, inarrivabili anche prima dell'infortunio. Bravo!

venerdì 16 ottobre 2009

Razionalità

Se fossi un tipo scaramantico o superstizioso, questo blog l'avrei già chiuso. Ma sono una persona razionale e credo che il fatto che la persistenza dei problemi al ginocchio destro e l'esistenza di questo blog siano contemporanei dipenda solo dalla mia stupidità e non dalla "sfortuna". Che, per inciso, non esiste.
Non spenderò più di due righe per dire dei miei problemi tendinei, visto che si sono aggravati durante il lunghissimo da sprovveduto che ho corso due settimane fa che e mi hanno messo KO nel corso di due successive uscite tranquille ma dolorosissime. Ora sono fermo da cinque giorni e lo stop si protrarrà almeno fino a fine mese.
Questo periodo di indesiderata sosta dagli allenamenti mi lascia un po' di tempo libero che dedico, almeno in parte, allo studio. Il mio lavoro mi obbliga ad un aggiornamento continuo e la materia è così vasta che è impossibile essere perfettamente preparati in tutti gli ambiti. Per questo molte volte mi siedo a leggere un articolo o un capitolo di un libro inerente ad un caso clinico che sto trattando o ad un argomento di mio interesse, e poco dopo mi ritrovo al PC a ricercare informazioni e risposte ai mille interrogativi che la lettura mi suscita. Così le ore che dedico allo studio non bastano mai perché più vado a fondo ad un argomento, più mi rendo conto che ve ne sono altri mille da approfondire. Il frutto di questo sforzo continuo sono grandi soddisfazioni professionali, che ovviamente non si tramutano in gratificazioni economiche. Nell'ambito pubblico, infatti, il lavoro è ripartito tra pochi mentre i premi per il conseguimento degli obiettivi vengono o divisi tra molti, o assegnati in buona parte agli "apicali". Da ciò deriva che continuo a fare quello che faccio sia perché mi piace, sia perché lo ritengo un invesimento per il futuro. E se qualcuno dice che è possibile fare il medico "per soldi" gli mostro la mia busta paga. Una semplice divisione dimostrerà che, tutto sommato, un'ora di lavoro non vale una pizza diversa dalla margherita ed una birra media. Se poi aggiungiamo le ore dedicate allo studio a casa, allora la margherita diventa una marinara e la birra media rischia di diventare "un birìn". Non mi lamento. Dico solo che mi dà sui nervi la parabola degli operai nella vigna http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo+20,1-16&formato_rif=vp
perché dal punto di vista della produttività di un sistema, il comportamento del padrone è destinato a favorire i furbi e a far fallire l'azienda. Ma siccome non mi è possibile vivere da mediocre, o almeno non riesco a non fare di tutto per non esserlo, continuo iperterrito a farmi sodomizzare dal sistema sanità pubblica, lavorando sul lungo termine a mio vantaggio. E un giorno riderò, sollevato dallo sforzo di stringere le chiappe quotidianamente, per anni. Alla faccia dei furbi e dei parassiti, che si accontentano del sufficiente facendo l'insufficiente, del misero facendo meno del minimo. Perché, se per i giusti non ci sarà il paradiso, mi accontento di una casetta con giardino e piscina. Non parlo con rabbia. Oggi sono stato il primo ad arrivare al lavoro e l'ultimo ad andarsene e tutto ciò che ho fatto è stato un piacere. Molte persone stanno bene perché mi sono impegnato a curarle, a capire il loro problema. Altre stanno male nonostante i miei sforzi, ma sono una minoranza. Sono a casa sereno, con una moglie ed un figlio splendidi. Sono tranquillo anche se non posso fare una delle cose che più mi piace: correre. Felice, perché ho chiara in testa l'idea che sto costruendo il mio futuro e che usare il cervello è la via per la felicità duratura.
Ma allora, perché esistono persone che credono a quello che dice Paolo Fox?

venerdì 2 ottobre 2009

C'è chi li stringe e c'è chi li mette.

Lunedì 5 ottobre, dopo 7 giorni di riposo assoluto, ghiaccio e stretching, torno a correre.
Solo una sgambata di una decina di km, senza forzare, al ritmo della corsa lenta. Il ginocchio sta abbastanza bene, non dico di non sentirlo, ma è un'altra cosa. Il martedì azzardo un po' di più e mi spingo oltre l'ora di corsa ad andatura tranquilla. Dopo il dodicesimo chilometro le gambe mi avvertono che devo riportarle all'abituale intensità di lavoro molto gradualmente. Chiudo con 5 allunghi da 100 metri, un po' appesantito. Ghiaccio per "compensare" come dice Mauro e stretching, non meno di mezz'ora, dei gruppi più importanti della coscia: quadricipite, adduttori, ischio-crurali e tensore della fascia lata, aggiungendo anche tricipite surale e arco plantare. Il dolore è più un ricordo che una sensazione presente.
Mercoledì è d'obbligo il riposo.
Giovedì provo a tenere andature più allegre. Dopo 4 km di riscaldamento parto per un 5x 5' veloci e 3' lenti. Il veloce lo corro a 3'50''-3'55''/km, il lento a 4'40''. Esagero. Potevo trattenermi un po', lo so. Il ginocchio alla fine si fa sentire, eccome! Alla fine zoppico un po' ma è una cosa transitoria. Già in serata va meglio, stamattina il dolore è lieve e adesso, nel pomeriggio di venerdì, dopo la solita mezz'ora di stretching, sto quasi bene. Domani si riposa ancora. Domenica è un po' un'incognita, visti i piacevoli impegni sociali che mi coinvolgono. Spererei di uscire per una decina di km tranquilli e poi lunedì provo a piazzare un LL di 28 km.
Intanto Leonardo ha messo il primo dentino, l'incisivo inferiore sinistro. Saranno state le patatine al bacon che gli abbiamo fatto assaggiare l'altra sera!

mercoledì 23 settembre 2009

Pazienza e cacca d'uccelli


L'attendere che l'infiammazione passi, sentire le gambe fremere, saperle pronte per un buona prestazione, passeggiare spingendo il passeggino per il paese dietro a mia moglie che corre... sono tutte situazioni nuove per me. Così come mi è nuova la sensazione di sollievo dalla lieve tensione correlata alla gara a cui ho ormai rinunciato.


Dopo 48 ore dalla decisione di riposare per guarire e non compromettere la preparazione per la maratona di Firenze mi ritrovo ancora qui, con il mio ginocchio che non duole più ma che so essere pronto a farsi sentire non appena mi metto in strada. La situazione è paradossale. Sto bene, ma non posso correre. Non c'è un dato incontrovertibile che mi indichi la possibilità di tornare a correre. L'assenza del dolore, anche alla deambulazione spedita, non è un dato da cui partire per riprendere l'attività. Mi ero illuso fosse così qualche giorno fa, ma i fatti mi hanno lasciato senza speranza. Non so cosa devo aspettare per ricominciare, so solo che è troppo presto.


Su consiglio di Mauro continuerò a riposare completamente ancora per due giorni, poi inizierò con degli esercizi di stretching.


L'analisi ha individuato due possibili cause per il mio infortunio: primo, l'eccessivo chilometraggio. 195 km in 18 giorni dopo la mezza di Velden fatta "a tutta" sono un carico per me eccessivo, al momento. Inoltre gran parte di questa distanza l'ho coperta nello svolgimento di sedute "di qualità": ripetute lunghe, variazioni di ritmo, corsa media. Inoltre ho percorso due lunghissimi di 32 e 28 km ed una corsa lunga svelta di 23 km in 13 giorni. Insomma quantità eccessiva durante un periodo che doveva prediligere la qualità.


Il secondo fattore, dubbio, è il possibile decadimento delle mie Saucony triumph 5. Non arrivano a 700 km, ma hanno passato l'estate in terrazza, al sole, ed ora sono secche, aride, dure.


L'aspetto positivo di questo periodo è che posso passare le ore del mattino con mio figlio Leonardo o dedicarmi ai lavori casalinghi. Stamattina, armato di mascherina e guanti in lattice, mi sono arrampicato sulle travi del soffitto, alla caccia della causa del cattivo odore che è comparso da quando, col lieve cambio climatico della scorsa settimana, teniamo le porte e le finestre aperte un po' di meno. Sapevo già cosa avrei trovato. Probabilmente nel periodo in cui l'appartamento era in costruzione, in assenza dei serramenti, molti uccelli hanno trovato riparo tra le travi in legno del tetto, utilizzando anche il nostro soffitto come latrina. Ho lavorato tutta la mattina per rimuovere con l'aspirapolvere qualche centinaio di escrementi secchi dalle travi maestre di soggiorno e cucina. Di certo non è stato un lavoro piacevole, ma poteva andare peggio. Per prima cosa la cacca secca non puzza come quella fresca, per fortuna. E poi non mi è per niente dispiaciuto passare la mattinata in casa ascoltando musica alla radio, per una volta vivendo da quasi-sedentario. Ma credo che la cosa mi stancherà presto.

martedì 22 settembre 2009

Mi arrendo all'evidenza



Dopo le illusioni create dall'assenza di sintomi in seguito a tre giorni di riposo, domenica le mie certezze hanno cominciato a vacillare. I 7 km abbondanti percorsi a ritmo blando con finale in progressione mi avevano detto che il problema al ginocchio non era completamente risolto. Infatti, quando negli ultimi 1000 metri ho spinto un po' per verificare le condizioni dell'articolazione, mi sono reso conto che per angoli del ginocchio un po' più accentuati, come quelli raggiunti per andature sostenute, nella fase di richiamo il tendine ricominciava a farsi sentire. Qualche minuto dopo, durante lo stretching, il dolore ha cominciato ad attenuarsi e la sera era già quasi scomprso, lasciandomi speranzoso. Lunedì sera poi ho recuperato la corsa a ritmo medio che avrei dovuto fare domenica. Durante la prova non ho avuto alcun problema, come classicamente succede in questa sindrome ma, alla fine dell'allenamento, i dolori erano intensi. Nella notte mi sono svegliato un paio di volte per il dolore acuito dal movimento nel letto e questa mattina scendere le scale mi è stato difficoltoso, così come camminare una mezz'oretta con Leonardo nel marsupio. Ammetto di essere infortunato e di avere bisogno di uno stop. Sto analizzando le cause del problema, ma avrò, purtroppo, tutto il tempo per individuarle e riportarle in un prossimo post. Intanto la mezza di Udine salta.

sabato 19 settembre 2009

San Diclofenac



E' passata anche la seconda giornata di stop.
Ghiaccio e diclofenac stanno facendo il loro egregio lavoro. Il dolore non è più presente nè a riposo nè camminando. Stasera ho provato a scendere le scale, un paio di piani. C'è solo un modestissimo senso di rigidità a livello della zona laterale del ginocchio. Anche palpando il tendine coinvolto e facendolo scorrere sul condilo non evoco dolore. Mi verrebbe la tentazione di provare ad uscire già domani, ma la prudenza non è mai troppa. Aspetterò domenica mattina per provare la gamba per 7-8 km partendo piano per finire al ritmo della corsa lenta e poi lunedì vedrò di recuperare i 12-14 km a ritmo medio in programma per domenica.
Sono moderatamente ottimista, ma prima di parlare aspetto il primo chilometro domenica mattina. Intanto sto con la gamba al fresco e lo stomaco un po' sconvolto dai farmaci.

venerdì 18 settembre 2009

Piove, ginocchio ladro!



E' sicuramente questione di punti di vista.


Probabilmente se fossi un albergatore della riviera romagnola sarei amareggiato da questa improvvisa dipartita della stagione più calda dell'anno. Un'estate lunga e calda, come ricordo erano quelle della mia infanzia, in cui uscivo in cortile e rimanevo abbacinato dal candore del muro del condominio in cui vivevo. Un'estate vera. Tanto desiderata e così restìa a prendere possesso del posto che le compete ogni anno. Malefica al punto di rischiare di essere lei la protagonista del giorno in cui avremmo dovuto esserlo io e quella che è diventata mia moglie. E lo siamo stati, nonostante la pioggia, nonostante il traffico, nonostante l'angina.


Ma lavoro in un'ospedale, ed il sole e la pioggia hanno sul mio lavoro lo stesso effetto che sulla mia vita ha l'oroscopo del mattino: nessuno. Eppure mi interessa. Non come discorso passepartout, a cui solitamente partecipo con un neutro "eh sì...". Il tempo, il sole, la pioggia, il vento mi interessano. La mattina apro gli occhi, con o senza sveglia, e tendo l'orecchio. Prima a sentire se il piccolo Leonardo si muove nella culla, poi a scrutare il rumore delle auto sulla strada sotto la finestra... se il motore è accompagnato dallo scroscio dell'acqua sollevata dalle ruote, forse piove. Probabilmente il 12 marzo 2010 mi ritroverò a sperare nel caldo e nel sole, ma stamattina ho accolto il cielo nuvoloso con la gioia di un bambino in gita a Gardaland.


Uscire a correre senza avere l'impressione di indossare un cappotto è una sensazione che ho ritrovato da qualche giorno e oggi, durante il riscaldamento, ho avuto anche qualche brivido, tanto che mi sono chiesto se non mi fossi vestito troppo poco. Presto però il muscoli si sono scaldati e le gambe hanno cominciato a girare come avrebbero dovuto. Ma quel dolore... Dopo 4 km di riscaldamento ho affrontato un 3x3000 a 4'00'' al km su un percorso nuovo per me. Probabilmente sono 3030-3040 metri. Il primo l'ho chiuso in 12'12'', il secondo, di ritorno, in leggerissima salita in 12'06'', il terzo in 11'59''. Recupero tra le prove 4'00'' a 4'50''/km circa. Poi 1 km a 4'48'' e due mille a 3'53'' e 3'49'' con 2'30'' di recupero in mezzo. Gambe provate alla fine, ma non devastate. Pioggia su tutto il percorso, anche battente, per 1 ora e 20' di allenamento.

Questa seduta di allenamento mi dovrebbe rendere felice perché conferma un buono stato di forma in vista della mezza di Udine. Purtroppo però la seduta di ripetute ha acuito un disturbo che si era fatto sentire già alla fine del lunghissimo di domenica. Il dolore alla zona laterale del ginocchio che si acuisce in discesa a per angoli del ginocchio di circa 30° non lascia dubbi: ho una iniziale sindrome della bandelletta ileo-tibiale destra. Male. Udine è a rischio.