A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

lunedì 27 dicembre 2010

Chi non ha testa... ha gambe pesanti

Ci tenevo ad esserci a Telethon, non per particolari ambizioni, ma per semplice contributo, aiutando mentre facevo qualcosa di piacevole: correre.
Come al solito vengo iscritto dall'inossidabile Giorgio Abetini per la squadra Palme-Gonars-Jalmicco, dichiaratamente non competitiva. La mattinata è fredda ed i 950 metri del percorso sono ormai liberi dalla neve caduta sui runner del pomeriggio precedente e della notte. Con tutta calma alle 11.07 mi presento al tendone delle squadre e Giorgio mi squadra di sotto in sù e mi fa "Oh, sei arrivato..." con la classica cantilena del furlàn. Dico: "corro tra 55', che problema..." e lui "no caro, tu corri alle 11... ma sei fortunato, la manifestazione è 15' in ritardo, quindi hai 8 minuti per cambiarti e partire". Ocazzocazzocazzo... io che mi scaldo minimo 20', e poi gli spogliatoi sono a 500 metri da lì. Vabbè, apro la borsa, tiro fuori quello che mi capita, mi infilo un po' di indumenti a casaccio e tiro un sonoro porcone (sempre in tema di friulanità) perché mi rendo conto di non avere le scarpe da running. Sì, hai letto bene, non ho le scarpe per correre. Quelle "di ginnastica" come le chiama mia moglie. Essendo abituato a queste e peggiori dimenticanze (ho corso la maratona di Treviso 2009 senza chip e con il numero ritagliato dalla borsa del pacco gara e attaccato alla maglia perché avevo dimenticato tutto a casa) mi guardo i piedi e sussurro loro: "coraggio è per una buona causa". Reinfilo le massicce North Face da chilo e mezzo che uso per camminare sui sentieri (in verità molto poco) e mi fiondo alla partenza, con otto secondi di ritardo. Vado cauto il primo giro, poi vado in accelerazione pagando il mancato riscaldamento. Le gambe non girano mai fluide ma non mi aspetto certo di volare, visto il periodo di potenziamento con sprint brevi in salita che mi hanno tolto agilità di corsa. Al primo giro scorgo Laura a cui grido "Ho sbagliato tutto". Lei fa quella faccia che in un secondo mi comunica "Ma cosa fai già lì dentro... ah, ho capito, una delle tue solite pirlate". Al secondo giro le grido: "Ho dimenticato le scarpe". Alla fine mi dirà di aver suscitato l'ilarità degli astanti, che ironizzavano su tennisti che dimenticano la racchetta, sciatori senza sci, attori di film porno che dimenticano...
Insomma, non vado veloce e, se la potenza è nulla senza controllo, il controllo senza potenza mi permette di stare in piedi anche sul porfido più infido. Le maxisuole mi regalano un grip inviadiabile anche nelle curve più secche del percorso. Sono il re del cingolato e sferraglio sull'asfalto come un Panzer tedesco. Mi porto a casa solo qualche vescica sulla punta delle dita e un'ora piacevole.
Mi è successo spesso di sognare di arrivare in ritardo ad una gara e di accorgermi di non avere le scarpe, con un senso di angoscia terribile. Uno dei miei due incubi ricorrenti si è avverato. Mi è andata bene: l'altro è trovarmi seduto su un vater a fare la cacca in pubblico.