A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

venerdì 17 giugno 2011

24x1 ora di Fagagna 2011. PB amaro.


Secondo tentativo di commentare la gara di domenica mattina, dopo che il precedente se l'è inghiottito il PC due notti fa.
E secondo obiettivo fallito in questa stagione: dopo Trieste anche la bella pista di Fagagna mi vede deludere le previsioni, anche se di soli 85 metri.
In effetti già nelle sedute di fine maggio avevo ravvisato un rallentamento di 5''-7'' al km. Poi, a cavallo del fine settimana precedente la staffetta, Leonardo ha pensato bene di "rastrellare" dall'asilo una miliardata di Herpes virus e di scaricarmela addosso. Dopo tre giorni di febbre sono comparse dolorosissime lesioni del cavo orale che mi hanno costretto a ricotta e gelato per alcuni giorni. Il lento di lunedì è stato un calvario, martedì era l'ultima possibilità di testarmi sul ritmo gara, ma un violento nubifragio con grandine ha interrotto un chilometro prima la seduta di corto veloce, che comunque avevo condotto in modo non brillante a 4'03'' al km. Poi sono stato meglio, anche se non "al meglio".

Domenica mattina a Fagagna c'era un bel fresco, umido ma ventilato. Arrivare in pista alle cinque, con il cielo tinto dal sorgere del sole è stata una bella emozione. Abbassare l'asticella non avrebbe avuto senso e poi, anche ad esagerare un po', in una gara realtivamente corta è difficile che schianto.
Decido solo di partire cauto, concedendomi una ventina di secondi nei primi 5 giri. Mi acquatto dietro al pettorale numero 1, che corre per la squadra che ci è davanti, giusto per vedere cosa fa. Verso il quinto giro comincia a mettersi sui 100'' e allora capisco che qualcosa recupererò. Mi metto fisso a 1'36'' a giro, che non mi viene proprio spontaneo. Durante i primi giri riesco a capire di essere nono, poi, con i doppiati, comincio a perdere il conto. Alla mezz'ora lo speaker mi nomina come quinto e penso che sto bene e che forse , se vedo il quarto, posso provarci. Ma non so dov'è e non sono riuscito a cogliere a quanto viene data la sua proiezione visto che la voce è portata via dal vento. Dopo poco lo individuo e in alcuni giri chiudo il gap che ci separa. Mi rendo conto però che corre ancora bene mentre io sto scadendo. Infatti dal minuto 45 circa lui mette una piccola progressione e io una piccola regressione. Il resto è sofferenza. Non ho cali considerevoli (non perdo mai più di 1-2 secondi a giro), ma nemmeno riesco a recuperare quei venti secondi che mi sono giocato all'inizio. Chiudo con 14915 metri, quinto di una batteria dai riscontri molto modesti (il primo mi raggiunge al minuto 59 e 55'', percorrendo 400 metri più di me).
La squadra chiude terza, miglior risultato di sempre. Le prime due sono inarrivabili.

Note:
- Sempre una gara bella, ben organizzata, con i volontari gentilissimi. Purtroppo 75 squadre rendono difficile seguire la traiettoria "ideale".
- Mio fratello Mauro sta lentamente tornando in forma. Ha chiuso con 13600, facile. A Buttrio a settembre mi aspetto di vederlo oltre i 14. Ho notato che finalmente sta mettendo cosce e questo lo aiuterà su distanze in cui ancora non ha dato il meglio (dalla mezza in giù).
- Impressionato dallo stile di corsa e dall'efficienza di Daniele. A parte i 3 km in più dell'anno scorso, ho visto una bella progressione, sempre composta. Mi sa che con Buttrio si dovrà cercare un competitor diverso dal Turchetto.

PS: mi scuso con chi ha commentato il post precedente, ma ho problemi ad inserire la risposta ai vostri riscontri. Spero di risolverli al più presto.

martedì 7 giugno 2011

In sintesi

Poche parole. Giusto per rassicurare i parenti che non sono morto e gli amici che non sono scappato con i soldi.

- Raccolti 1166,06 euro
- Obiettivo "di minima" (3h10') fallito alla maratona di Trieste (3h11' e spiccioli)
- Forma a picco la scorsa settimana
- Virosi bastarda da giovedì scorso che ancora tiene duro e renderà difficile i 15 km nell'ora di Fagagna domenica 12 all'alba. Oggi sono uscito per 14 km di CL e ho fatto la fatica di un medio.

Tre su quattro sono brutte notizie.




Cosa è successo a Trieste?
Nulla che non fosse previsto. Pur "reso edotto" delle difficoltà del percorso, mi sono schiantato al "bivio", sede della paletta del 35° km. Fino al km 19 sono andato via facile mantenedo la media prestabilita senza difficoltà. Poi, dal 19° km al 25°, ho ignorato il cronometro e corso a sensazione. Ho perso circa 20'' al km e mis embrava di stare bene. Che qualcosa non andava l'ho capito dopo la fine della salita. I 4'25'' al km non mi venivano più "spontanei" e dovevo sempre forzare un po' per tenerli. Dopo un paio di km ho capito che le mie sensazioni erano in anticipo di una decina di km rispetto all'abituale e che ci sarebbe stato da piangere. La spia si è accesa al 34° e a poco è servita la discesa. Dal 35° in poi è stata pura sofferenza. Gambe di legno e, cosa mai capitata, contrattura dei polpacci con brevi ma inequivocabili crampi. L'andatura ha cominciato a calare e non c'è stato niente da fare. Gli ultimi 7 km mi sono costati 3 minuti circa. Se mai mi è venuto in mente di ritirarmi , talvolta la tentazione di camminare mi ha assalito. Ma pensare di far camminare Mauro che mi ha aspettato 4 ore al bivio nella convinzione di accompagnarmi a 4'25'' al km mi sembrava un delitto. A urla chiedeva alla folla runner della mezza di lasciarmi strada e ad ogni scarto dalla mia traiettoria i polpacci mi avvisavano che non ce n'era più. Esattamente alla paletta del 41° km ho fatto un decina di metri con le gambe a burattino e le punte dei piedi "all'insù" per alleviare un crampo corale di tutto ciò che può contrarsi sotto al ginocchio.
In piazza Unità la solita meravigliosa cornice di pubblico, stavolta con tanti amici e familiari, ma ero troppo sofferente per goderne. Leonardo, serio nel suo ruolo, mi ha accompagnato per gli ultimi 20 metri al traguardo della maratona più sofferta della mia breve carriera di podista.

Lezioni imparate:
- Bere di più nelle giornate soleggiate anche se il vento asciutto non ti fa avvertire il caldo
- Non pretendere di fare il tempone su un percorso insidioso e mai affrontato in gara
- Rispettare la maratona perché, quando pensi di averla dominata, quello è il momento in cui lei ti uccide