A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

domenica 26 febbraio 2012

3a prova trofeo cross gorizia - Aquileia

Si è concluso oggi con la terza prova il trofeo cross Gorizia in comune di Aquileia. L'illusione di una corsa "facile" è svanita subito all'arrivo nel parcheggio, sferzato da un vento fastidioso alzatosi pochi minuti prima.
Luca G. infatti si presenta in canotta e pantaloncino scrotale. Roba da cianosi periferica.
E' la mia terza esperienza in questo tipo di gara ed oggi il percorso è un po' più "cross" del precedente di Staranzano. La partenza è facilitata dal vento alle spalle e, dopo il salto di un fosso, si procede ancora per un centinaio di metri. Si incontra quindi un ponte con una stretta curva a destra ed una breve ripida discesa sull'erba. Immediatamente dopo ci si arrampica  per un paio di metri su uno stretto sentiero che porta ad una salita di una trenitna di metri con fondo sabbioso. La discesa curva verso sinistra e le scarpe affondano i quello che sembra più un arenile che un tracciato da percorrere (è un cross, bello!). Uno strappetto ci porta all'ingresso di una vigna che verrà percorsa nella sua lunghezza tra i filari per tre volte (discesa-salita-discesa). All'uscita da questa lunga esse schiacciata si incontrano due tratti con forte vento contrario per un totale di circa 6-700 metri e l'anello si chiude con 300 metri facili con vento da destra, favorevole, parallelo al primo fosso. Tre giri così, da circa due km, poi di nuovo nel fosso per il rettilineo finale di 250 metri, controvento.
Totale: circa 6 km.
Sparo. Se non parte troppo forte, penso, provo a tenere d'occhio l'amico Riccardo Brumat, sicuramente più forte i me (1.17' in mezza), ma in fase di scarso allenamento. Invece parte forte e, dopo le solite prime fasi convulse, mi trovo a pochi metri da un gruppetto che viaggia abbastanza compatto. Nel secondo rettilineo a vento contrario mi metto davanti a proporre di tirare e rientriamo su un terzetto dove c'è Filippo, uno dei riferimenti per le mie andature. So che sto forzando, anche se non conosco la velocità di crociera. Nel secondo giro tengo il gruppetto anche se non riesco a dare una mano nei tratti controvento. Al terzo giro rientra un atleta della Sportiamo di Trieste e tra le vigne comincio a perdere contatto con quello che a questo punto è un quartetto. Mi trovo quindi nei tratti con il vento in faccia tutto solo e l'andatura si fa davvero pietosa. Nei tratti in vigna ho notato che anche dietro a me sono sgranati e se continuano così faranno fatica anche loro. In particolare temo il rientro di Nicola che a Dobbia mi ha passato e si è tirato dietro il Demonio, oggi impegnato nella Roma-Ostia (84' e rotti). Devo sopravvivere all'ultimo tratto duro e poi mi immetto nel tratto di vento laterale. Qui le gambe ricominciano ad alzarsi e dopo il fosso mi volto indietro e non vedo pericoli imminenti. Filippo è ormai lontano, con una marcia in più (24 i secondi di distacco all'arrivo) e davanti a me non c'è nessuno da prendere di mira. Chiudo in 24'04'', se non sbaglio 13° di batteria, 21° assoluto.
Note positive: davanti a Nicola, davanti a Fulvio Babich, arzillissimo MM50, "solo" 32'' da Claudio Cabbai, forte atleta compagno di squadra e "solo" 1' da Stefano Chiabai (vincitore della batteria precedente). Non c'era Andrea Poiana.
Inoltre sono contento di avere trovato il coraggio di provare a forzare un po' fin dall'inizio, cosa che non faccio mai. Alla fine sono arrivato in calo anche se solo nei tratti controvento e nelle salite mi sono fatto valere. Ora un gran mal di polpacci, che sigifica che ho smesso di tirare solo di coscia.
Note negative: corsa in calo e non all'inseguimento. Sensazione di morte imminate nell'ultimo giro.
Luca R. DolceNordEst (a cui ho avuto il piacere di stringere la mano) chiude secondo, un secondo dietro ad un compagno si squadra, sempre lontanissimi (più di 2'30'' prima di me).
Luca G., 81° su 123 con andatura, stimata con metodo "spannometrico", sotto i 4'30''.
Chiuso il capitolo cross, ora si guarda alla mezza dei Dogi.
Domenica LL di 25-27 km a Gorizia infilandoci la mezza, in compagnia di Mauro e Matteo con andatura stimata di 4'35''/km.

Il Demonio tra Roma ed Ostia

Il turco vede prevede stravede: Daniele oggi alla Roma Ostia solo come test non va sopra gli 83'. In bocca al lupo.

domenica 19 febbraio 2012

Questione di ore

A ridurla all'osso, restano 5 cose per cui vale la pena di vivere: amici, corsa, famiglia, lavoro, lettura. In puro ordine alfabetico. Se volessi stilare una classifica sulla base del tempo "libero" dedicato ad ognuna di queste cose, sarebbe questa: lavoro, famiglia, corsa, lettura, amici. Per tempo libero intendo tutto il tempo non occupato da occupazioni necessarie: cioè 37 ore di lavoro settimanale come da contratto, 49 ore di sonno, X ore da utilizzare per il disbrigo pratiche varie (uffici, banche, spesa, ordine in casa ecc ecc), 14-16 ore settimanali per nutrire e lavare il corpo.
Fino a pochi mesi fa cercavo di ridurre al minimo le ore di straordinario al lavoro (inutile dire che non vengono e non verranno mai pagate) a favore di famiglia e corsa. Ora però, con un sempre maggiore coinvolgimento nelle attività collaterali a quella di corsia (che sta diventando per il 90% routine, non noiosa, ma spesso ripetitiva), il volume di ore passate tra le mura dell'ospedale oltre alle famose 37 si sta facendo sostanzioso. E a rimetterci è tutto il resto: un po' la famiglia, un po' la corsa. La lettura è putroppo relegata in un angolino al termine della giornata in cui il sonno fa sbiadire le righe del mio kindle e ciondolare la testa. Gli amici? Vergognosamente trascurati.
Certo, è una scelta consapevole. Sedersi in cima al piccolo monticello di sicurezze acquisite in 10 anni di frequentazione della Medicina Interna è una tattica fallimentare, nel breve e nel lungo termine. Sia in termini professionali che in termini umani. Per un periodo ho coltivato l'idea di lavorare "per necessità" e di fare tutto il resto per "la gioia di farlo". E se ciò permette di evitare errori, allo stesso modo non concede la possibilità di eccellere né di crescere professionalmente. Credo che non potrei tollerare per molti anni una situazione del genere. Ecco perchè allora sto investendo tempo ed energie in varie direzioni, a scapito anche della corsa.
E' vero che ottimizzando i tempi (che per me vuol dire uscire almeno un paio di volte alla settimana alle 6.30) riesco ad allenarmi 5 giorni su 7, che però spesso diventano 4. Ed è vero che con queste frequenze di allenamento ottenere dei miglioramenti è utopico. Ma la coperta è corta. 24 ore sono 24 e sarebbero poche anche se fossero 25.
E' difficile accettare di smettere di rincorre un obiettivo "prestazionale".
Oggi mio fratello mi ha scritto di essere riuscito a correre 5k in 20' in allenamento. E' un bell'obiettivo raggiunto che lo proietta verso grandi  traguardi in mezza. Credo che molti di noi podisti dalle prestazioni comuni abbiano compiuto lo stesso percorso: prima tappa: 1 ora a 5' al km. Passa un po' di tempo (a volte qualche anno) e si arriva a distanze più lunghe. Il sogno di correre la mezza sotto i 90' (4'17'' al km) deve passare attraverso il test dei 5k in 20' (4' al km). Quando la mezza scorre a 4'10'' si tenta un 10.000 in 40' (o viceversa). E, visto che sembra che migliorare all'infinito sia possibile, la tappa successiva sono i 21.1 in 84.24 (4' al km). Dove volgere la mira a questo punto? Il mio programma, dopo aver corso la mezza di Pordenone a 3'57'' al km (83'20''), era cercare di avvicinare gli 82' e di consolidare la prestazione per provare la piccola impresa in maratona: sotto le tre ore. Questi due mesi sono quelli cruciali visto che il primo tentativo lo farò alla mezza dei Dogi il 15 aprile. Ma so che devo tendere la coperta. E quando la tensione è alta il rischio di rottura non è trascurabile. E' il momento di decidere.

domenica 12 febbraio 2012

Errata corrige

Per dare a Luca quel che è di Luca: al cross di Dobbia è andato fisso a 4'25'' e non a 4'35'' come erroneamente riportato per errore di battitura. Vai leprotto!

martedì 7 febbraio 2012

2° cross della boschetta: la sfida.

Domenica mi concedo il bis.
Il secondo cross della mia breve vita sportiva mi porta in località Dobbia di Staranzano (GO). Strano posto per un cross. La pianura ricoperta da vigne e campi arati lascia libertà al vento che spira con forza. Fa freddo anche qui, come in tutta Italia, anche se c'è un pallido sole.
Il percorso è articolato su tre giri da 2250 metri + 200 metri tra partenza e arrivo: totale 6950. Oggi corro sull'uomo e non sul crono. Daniele infatti mi ha lanciato un'amichevole sfida e io ho accettato.
La partenza è come sempre impressionante. Una marea umana mi circonda e mi sopravanza. Non servono molti metri per schiarire la fila e io mi metto del mio passo, senza forzare ma nemmeno senza risparmiarmi. Il percorso è disposto in modo da vere il vento in faccia solo per due tratti relativamante brevi, per il resto è a favore o trasversale e non particolarmente fastidioso. Nei tratti controvento cerco di mantenermi coperto, ma al primo passaggio non riesco a stare sotto a chi mi precede. Al termine del primo giro Daniele mi è davanti di un centinaio di metri. Se continua così mi doppia. Dimentico completamente il crono e mi concentro sulle mie sensazioni. All'inizio del secondo giro mi affianca e supera un runner al quale mi accodo, sperando che mi tiri almeno nel primo tratto ventilato. Così fa e nel secondo tratto duro mi metto davanti proponendogli di tirare a turno. Putroppo nel rettilino delle vigne lo perdo. Noto però che il berretto rosso di Daniele ha smesso di allontanarsi. Finisco il secondo giro con una piccola speranza di acchiapparlo. Sfrutto bene il tratto in favore di vento avvicinando un trenino di tre runner che sta rientrando su Daniele. Uno lo passo subito ma da dietro arriva veloce Nicola, che a Mariano avevo superato negli ultimi 300 metri. Manca circa un km all'arrivo e invece di accodarmi a lui resto coperto. E questo è l'errore tattico del principiante. All'uscita dal tratto ventoso Nicola supera anche Daniele che ormai è a dieci metri da me. Se si attacca, per me è finita, se cede, per me è fatta. Ma il Demonio si attacca e non solo, rilancia. Io riesco a passare ancora  un atleta, Filippo, e resto dietro ad un altro, Giovanni. Daniele intanto se ne va con Nicola. Lo sprint sul rettilineo finale mi vede piantato. Filippo passa all'interno sia me che Giovanni, io resto dietro, fuorigiri. Daniele chiude in 26'32'', Nicola 26'33'', Filippo 26'38'', Giovanni 26'39'', io in 26'40'' (media 3'50''/km).
Col senno di poi, dovevo attaccarmi a Nicola, anche se probabilmente sarei arrivato morto alla volata e gli altri mi avrebbero comunque mangiato.
Mi sono divertito tanto e, nonostante il risultato dia ragione a Daniele, continuo ad essere un convinto assertore della corsa in progressione, o almeno non in calo. Ora, non so se ho accelerato io o è calato Daniele (non ho i parziali) ma vederlo avvicinarsi ad ogni curva mi ha messo il pepe al culo e questo mi è servito.
Alla grande anche Luca, a 4'35'', prossimo ritmo mezza! Gneur, alla prossima ti voglio vedere davanti ad Ivan (è lo spilungone che ti ho presentato prima del riscaldamento).
Nota irrinunciabile: stavolta la spunto io sul Poiana (il solito che sul corto mi ammazza). Arriva dietro di 70'', molto atipico per lui. Quindi: ai cross Turco-Poiana: 1-1. Mentre Turco-Demonio: 0-1.