A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

mercoledì 23 febbraio 2011

11111

                 My brother Mauro all'arrivo della Traslaval 2010


Questo post è dedicato ad un giovane bravo runner che tra qualche giorno correrà la prima maratona della sua breve carriera podistica.
Si allena seriamente, sa ritagliare uno spazio quotidiano da dedicare alla corsa. Ha degli obiettivi precisi, un corpo ed una mente che lo aiutano a perseguirli. Manca ancora di esperienza, ma questa non è certo una colpa. Insomma, una persona che vive l'innamoramento per questo sport e che viene da esso ricambiato da risultati in costante miglioramento.
Incoraggiato da un amico, ha deciso di correre per la prima volta una 42 chilometri e forse, di fronte a questa nuova sfida, qualche insicurezza è sorta. Forse.
Credo che nessuno di noi possa dire che il giorno prima dell'esordio in maratona si sentisse assolutamente sicuro di portare a termine la gara... "la maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli...", ma con sicurezza posso affermare che la gioia più grande è di poter dire "Ho fatto del mio meglio.".

Allora, caro 11111, se vuoi succhiare il 100% del midollo della maratona, bisogna avere il coraggio di dirsi la verità.
Perché vuoi correre la tua prima e, probabilmente ancora per un bel po', unica maratona sottoritmo? Davvero vuoi caricare il tuo fucile a pallettoni e poi sparare gommini? Davvero vuoi passeggiare per 42 km per fare compagnia al tuo amico? Tre mesi con il freddo, il buio, la nebbia a mettere a punto un motore da competizione e poi il giorno di raccogliere i frutti metti il limitatore a 50 km/h? Sicuro che l'idea di impostare la corsa a velocità ridotta non sia un modo per ridurre il rischio di soffrire o di andare in crisi? Sicuro che al tuo amico serva davvero averti accanto? O non sarebbe forse meglio per lui vivere la sua prima maratona nel modo più bello: ascoltando dal primo all'ultimo i suoi 30.000 passi. Andare in crisi ed uscirne da solo, affrontare il mal di gambe e continuare a correre, forte solo del suo allenamento e della sua volontà?

Ascoltami: la città te la godrai nei giorni precedenti, ma QUEL GIORNO goditi la maratona. QUEL GIORNO metti in strada il cuore e lascia che sia lui a frustare i cavalli, metti in strada il cervello e lascia che sia lui ad agire sul morso. Lascia che le gambe diventino pesanti ed i dubbi ti assalgano perché stai correndo al TUO ritmo. E poi continua a spingere con i piedi, ad avanzare, ad inseguire i dubbi fino a costringerli a stancarsi e lasciarti.
Solo così sarai più forte.
Solo così compirai il tuo capolavoro.
Solo così avrai CORSO una maratona.

4 commenti:

  1. Post molto interessante... non so, io credo che correrò la prossima maratona solo per accompagnare mia moglie Chiara al traguardo. Credo che anche farla per altri possa dare enorme soddisfazione (io l'ho fatto in mezza e ne ho un ricordo bellissimo). Capisco però anche il tuo punto di vista.

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  2. Ciao.
    Come sempre ogni tanto mi incuriosisco a leggere el tuo blog, stavolta con particolare stupore e interesse!Grazie.
    Correre in compagnia e giungere assieme al traguardo è solo un modo per condividere oltre ai sudori, agli allenamenti, alle fatiche, anche le gioie, i sorrisi, le emozioni, che solo una 42 km può regalarti.
    Se riuscirò ad arrivare alla fine potrò comunque dire di aver corso una maratona, di aver raggiunto un mio obiettivo... e mi basterà aspettare un mese (mi tocco per scaramanzia da infortuni) per correre un'altra gara e poter dire "Ho fatto del mio meglio".

    Ti mando in grande saluto
    ciao 11111 :)

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  3. Daniele correrà la maratona di Roma insieme a Luca il 20 marzo.
    Auguro ad entrambi una meravigliosa giornata e di condividere la fatica e la gioia del percorso e del traguardo.
    In bocca al lupo ragazzi, vi seguirò col pensiero.
    Intanto ci si vede domani alla mezza di Gorizia.

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