A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

mercoledì 8 settembre 2010

Diamond Gala


L'ultimo fine settimana di agosto era tanto atteso. Da mesi avevo preparato la sorpresa a Laura e allora sveglia alle 4.40, in macchina alle 5.20, a Treviso alle 7.00, in aereo alle 8.30, a Brussel alle 10. Cielo plumbeo, pioggia a tratti battente, vento, 10-12 gradi. Fino a che non entriamo allo stadio alle 19.00 lei non capisce che l'ho portata a vedere la finale del Diamond Gala. Lo so, lei sognava una giornata alle Olimpiadi, ma sarebbe tutto più difficile, anche se non è detto che un giorno...
La serata scorre rapidissima tra i pochi balzi, sbagliati, di Gibilisco, il secondo posto della Di Martino, una finale dei 100 M biamputata di Bolt e di Asafa, un 800 M fantastico con Rudisha in 1'43''50 che gioca con Kaki, secondo col pettorale rovescio, ed una piccola delusione per Elisa Cusma. I primi dieci minuti col groppo in gola in uno stadio pieno per il memorial Van Damme (http://it.wikipedia.org/wiki/Ivo_Van_Damme).
Bello bello, dalla sfilata iniziale ai fuochi d'artificio finali.
Poi cena ai baracchini dello stadio, uguali in tutto il mondo ma con le patatine fritte più buone d'Europa.
Il mattino dopo trasferimento ormai annunciato nella vicina capitale Olandese. Il treno ad alta velocità è confortevole, e davvero viaggia, meno veloce ma più costoso del Boeing della Ryanair che ci ha portato a Brussel con i piedi sulle valigie.
La città è fantastica e Laura ne è entusiasta. Non si spaventa dei "fattoni" che girano per la stazione. Visitiamo il centro storico a piedi e dopo pranzo è d'obbligo un giro sui canali con il battello. Dopo cena invece visita al quartiere a luci rosse, sempre stupefacente. Ci infiliamo in un bar da cui esce del metal favoloso e ci facciamo l'ultimo bicchiere, lontani dalle oniriche esperienze vissute con gli amici molti anni fa. La stanza d'albergo in cui siamo ospiti ha il letto addossato ad una grande vetrata che dà sul vicolo sottostante. Sembra di dormire in braccio alla notte Olandese e le gocce di pioggia che bussano al vetro ci cantano la ninna nanna. E' domenica e dopo Van Gogh ci attende lo store Desigual (in ordine cronologico e forse anche di importanza, chissà). Il rientro a casa è vicino ma siamo ancora frastornati dai tre magici giorni vissuti. La facilità con cui si possono organizzare questi weekend tutto via web e la rapidità degli spostamenti farebbero venir voglia di ripetere l'esperienza. Ma la Mastercard piange.
A casa ci aspetta Leonardo e la sua presenza rende dolce un rientro a casa che potrebbe altrimenti essere un po' malinconico. Dorme e non sa che domattina, dopo tre giorni, lo sveglieranno i bacini della mamma.

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