A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

martedì 1 novembre 2011

Mezza maratona di Arezzo 2011

Corro da circa 5 anni e di errori ne ho fatti tanti e continuo a  farne. E se qualcuno sono riuscito ad evitarlo, di altri non arrivo ad individuarne le cause.
Riconosco di avere molti limiti e non mi riferisco ai limiti "organici" che fanno di me un atleta mediocre, ma a veri e propri difetti di sensibilità.
Immagino che la capacità di fare previsioni di basi sulla qualità dell'informazione. Ed il messaggio, per quanto chiaramente possa essere trasmesso, conduce fatamente a previsione errata se il ricevente non è sintonizzato. Inoltre, sempre rimanendo in metafora radiofonica, posso anche essere perfettmente sintonizzato, ma se tengo il volume a 0, il messaggio non può essere decifrato e compreso.
La settimana scorsa ho ricevuto messaggi forti e chiari dal mio corpo e sono arrivati sotto forma di numeri, cosa non infrequente nel nostro sport: 6x4'34''+1x4'24''+1x4'28''+1x4'14''+1x4'14''+1x4'00''con IS10.
Decrittando: 6 km di CL e successivo tentativo di progressione risultato caotico, irregolare, caratterizzato da intensa difficoltà a mantenere i ritmi prefissati ed indice di sforzo (su una scala da 1 a 10) pari a 10. Il tutto in una seduta di allenamento che altre volte ho corso in grande scioltezza.
Quanto era forte questo messaggio? Una brezza che lasciava presagire un imminente temporale o un muro di vento che prelude alla "tempesta perfetta"?
L'uomo saggio pavido dotatodelsennodipoi avrebbe visto l'onda anomala alzarsi, magari in tempo per evitare il naufragio.
L'uomo stolto coraggioso sprovvistoanchedelsennodiprima ha oscurato i vetri di prua e si è infilato, quasi non avesse altra scelta, nell'enorme flutto. Affondando.
Per come vedo la vita, mi ci vuole più forza a ritirarmi che a finire una corsa iniziata e subito finita come quella di domenica. Ed una forza smisurata per tenere le scarpe in borsa e rimanere dall'altra parte delle transenne.
Che solo ora riconosco sarebbe stata la scelta migliore.
Dubito che la sonora sconfitta patita domenica alla mezza maratona di Arezzo, chiusa con quasi nove minuti di ritardo rispetto al mio primato personale, mi abbia reso più forte. E dubito che la prossima volta, in circostanze simili, rinuncerò a correre.
Allora non ho proprio imparato niente?
Mettiamola così: mi sono trovato a gambe larghe davanti ad un tipo con la testa rasata e gli anfibi che mi guardava insistentemente le palle. Ho deliberatamente scelto di lasciarlo calciare . Non dico che la prossima volta scappo, ma almeno metto le mani davanti.

2 commenti:

  1. Io sono abbastanza fatalista,ciò che deve succedere succede e basta.Oggi per te è andata così,punto e basta,non inca@@arti o rimuginare.
    Ammaina la bandiera per qualche giorno poi riprendi il largo,il vento non può essere sempre contrario!
    Ciao.

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  2. Penso che la scelta migliore, davanti al tipo con gli anfibi, sarebbe stata quella di metterti a correre, non per scappare, ma per fargli vedere che quando vuoi riesci a correre molto bene.
    VOLERE, POTERE.

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