21 gennaio, giorno zero.
Arrivato oggi a Tirana dopo un volo turbolento, ma nemmeno troppo. Sicuramente più difficile salutare moglie e bambini che atterrare nella bufera.
Mi sono abbastanza organizzato con le comunicazioni, tra skype, viber e tango, alla fine ci si scrive e ci si vede a costo zero. Certo, non è la stessa cosa di essere a casa, ma insomma, cinquant'anni fa un viaggio così richiedeva 12 ore di sentirsi per missiva. Oggi sono uscito di casa alle 10.40 e alle 14.40 ero in servizio.
Mi mancano i bambini, anche i loro capricci.
Domani, se non diluvia, provo a correre.
Ciao,
RispondiEliminasono Vittorio, se Ti ricordi Ti avevo salutato un po' di tempo fa all'Emisfero, presentandomi come un lettore del Tuo blog nonchè come collega podista.
Avevo letto anche di questa Tua decisione e mi ero ripromesso di scriverTi qualcosa.
Che dire, hai fatto una scelta importante dal punto di vista professionale ma anche di grande sacrificio nei confronti della Tua famiglia.
Non è da tutti, per cui complimenti e in bocca al lupo ...
Vittorio
Certo Vittorio che mi ricordo di te, sei stato molto gentile a fermarti e farti riconoscere. Spero che ti abbia ripreso a correre alla grande dopo l'acciacco di cui mi raccontavi.
EliminaContinua a passare di qua, magari si parlerà un po' meno di corsa, ma si parlerà comunque!
Ciao!
In bocca al lupo per la nuova avventura!
RispondiEliminaFranchino, in questi giorni mi sono letto il libercolo di Kilian Jornet e ricordavo la penultima vera Traslaval, quando tu arrivasti settimo, se non sbaglio. Ho letto un passo in cui diceva: il mio corpo era pesantissimo e non riuscivo più a salire. Era come se pesassi 70 kg e non i miei 55. E io mi sono detto... vuoi vedere che è per questo che sono tanto sega in montagna? ;-) Un caro saluto
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