A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

martedì 19 febbraio 2013

Di influenze e di alleanze

Un mese fa, avessi vissuto giornate così, avrei avuto molto da raccontare. Adesso mi sembra di non avere molto da dire, quasi mi sia abituato al ritmo arrembante delle giornate a Tirana.

Mercoledì mattina scrivevo dall'aeroporto di Ljubljana la mia invettiva contro gli incul(c)atori (di idee) (quelli che sono fermamente convinti che tu la pensi così ma non si sa bene su quali basi. Però loro SANNO). Già in bar però vedevo un tunnel all'orizzonte e nella notte mi ci sono infilato di filato, riemergendone con una faccia minimamente guardabile solo domenica mattina. Certo, solo un'influenza, per la quale quest'anno non mi ero vaccinato, ma stavo male sempre. Un'ora brividi, un'ora sudare come un Austriaco obeso in sauna e tre ore di cefalea pervasiva, mialgie, nausea, tosse squassante e mal di gola e via altro giro altra corsa. In 4 notti ho sudato a tal punto da aver inzuppato 14 magliette (contate, non è un'iperbole), e da dover ruotare continuamente il piumone per non dormire tra le fredde coltri bagnate. E poi si parla di qualità di vita.
Oggi mi sembrava di poter correre. Fisso alle 14 la pausa pranzo, ma alle 13 mi avvisano che mi hanno piazzato una visita alle 15. Anticipo la pausa e scendo furtivo, ma mi beccano e mi dicono di una riunione alle 14.30... ce la posso ancora fare. Arrivo in stanza e la signora sta lavando il pavimento a secchiate. Non ho il coraggio di rovinarle il lavoro per quel volgare passatempo da checche che è la corsa. Mi arrendo e vado a pranzo. Alle due e mezza sfogo sugli Amministratori in videoconferenza una rabbia giustificata solo in parte dagli eventi clinici. A fine riunione mi trovo sommerso da scadenze marchettare che però ancora non mi fanno rimpiangere i casi sociali di Monfalcone e solo alle 19 penso di aver fatto il mio e mi concedo di fare il giro in reparto tra i malati.
Non dico sia routine, ma se non stai attento 'sta cosa ti fagocita.

Una notte d'estate, mi trovavo in un rifugio sopra Cave del Predil. Si festeggiava un amico, vittima predestinata ed amata della serata. Una giornata di cammino in alta montagna, il cibo, il vino, il fumo l'avevano reso poco disponibile ai nostri scherzi. Io sapevo come si sentiva, ma non mi andava di rovinare la festa agli altri suoi amici, anche perché tra l'altro non avrei saputo cosa fare. Lui ha fatto la cosa giusta. Ha preso la porta e se n'è uscito per un quarto d'ora da solo nell'aria gelida e tagliente come il vetro, sotto una via lattea che ti faceva barcollare qualsiasi senso di identità, solcata dalle stelle cadenti di inizio agosto. Quando è rientrato era nuovo. La serata è nuovamente decollata grazie alla sua capacità di prendersi in giro. Alla fine mi ha detto. Era ciò che avrei dovuto fargli intendere di aver capito, ma le parole le ha trovate lui: "Mi sentivo come un cane braccato".

Talvolta mi guardo intorno e mi chiedo di chi fidarmi. L'unico per il quale metterei la mano sul fuoco (e  che farebbe altrettanto), è Olti, ma non voglio farlo entrare in certe dinamiche "gestionali" ed interpersonali eminentemente lavorative.
La famiglia non mi manca solo in termini di calore umano, ma mi manca la possibilità di una franca discussione con qualcuno di cui mi possa fidare ciecamente, sul lavoro e fuori.
Ora capisco perché Olti mi ha voluto qui. Sa che quello che farebbe lui, lo sto facendo io. Mi servono alleati fedeli.

Intanto l'altra sera siamo andati a vedere una casa dove eventualmente sistemare la famiglia, se e quando sarà qui... non ho detto niente a Laura, conterei di farle una sorpresa. Sarà una bella sorpresa.

3 commenti:

  1. Ciao Doc, lo so che non è facile comunque devi ritenerti anche fortuna nel poter lavorare con un AMICO, che sinceramente nel mondo del lavoro è un diamante raro e veramente prezioso. Ogni giorno mi chiedo, ma quanto più facile sarebbe lavorare se non ci fossero questi giochetti di inculamenti reciproci, invidie, mancanza di dialogo...si crede infatti di far le scarpe ma alla fine ognuno se le fa a sè!!! Forza!!! Il Canna

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    1. Che dieta PreMaratona, pensa che sta sera sarò ad una cena organizzata da Toni de OSSI DE PORZEL:)ma mi impegnerò a stare tranquillo sia di cibo sia di bibita...Comunque non sta portar il magnum di ColVettoraz bevilo o beviamolo in altre occasioni dove potrà essere un ottimo aperitivo di una seratina ALLEGRA:):)
      P.S.: Dome correrò la Mezza perchè domani non combino. Tu la tiri o ti fai una passeggiata con me? Io ti consiglierei la prima opzione perchè troverai buoni stimoli tra i concorrenti.
      Il Canna

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  2. Eh caro amico, hai capito subito che quando scrivevo queste cose pensavo a te. Sia come persona che queste situazioni le vive da anni, sia come amico che vorrei avere qui... Ed infatti, pensando a te e a come sei cresciuto dentro il tuo ambiente di lavoro bastardo, mi consolo e mi dico che, alla fine, tutto questo mi rafforza.
    A domenica!
    PS: porto la magnum di Col Vetoraz che mi hai regalato? O sei già in dieta pre-maratona?

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