A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

giovedì 5 aprile 2012

Come ti rovino la vita per sempre

Oggi mi è successo qualcosa che non mi capita spesso, diciamo da un paio di volte alla settimana ad un paio di volte al mese. Ogni volta è diverso ed è sempre difficile.
Mi sono seduto davanti al PC alla ricerca di una TAC di un paziente che seguo da qualche giorno e con il quale ho stabilito un rapporto di fiducia ed ascolto. Da un mese lui non sta bene, ha sintomi strani, mai avuti prima, fastidiosi. E' calato di peso, ma forse solo perché preoccupato. Però è ancora un uomo giovane. Mi hanno colpito subito i suoi avambracci, forti, segnati da vene bluastre in rilievo, costruiti da anni di lavoro duro. E' una persona che ha ancora tanto da dare. Me lo ricorda il disegno a tratti insicuri che tiene sul comodino, come un santino. C'è una dedica: al mio nonno.
Leggo e rileggo la TAC, chiamo il radiologo perché voglio essere sicuro di ciò che vedo. Non ci sono errori o dubbi.
Fuori dalla porta della sua camera mi fermo un attimo. Lo sento chiaccherare con il compagno di stanza. Non immagina ancora che tra qualche minuto tutto cambierà. E sarò io a doverglielo dire.
Sono qui fuori con una carta in mano e sto per distruggere la vita di un uomo, i suoi sogni e quelli della sua famiglia. Nei prossimi dieci minuti gli rovinerò la vita PER SEMPRE.
Faccio un sospiro, metto il piede in stanza, lo guardo negli occhi e lui ha già capito. Ha l'espressione di un pugile colpito da un diretto al volto e ogni mia parola, che DEVO dire, perché fa parte del mio lavoro e del suo diritto ad essere informato, sgretola tutte le sue speranze. E ogni parola è come un masso sulla sua vita e una lama sulla mia lingua.
Lo incrocio in corridoio nel pomeriggio e non mi sorride più come faceva gli altri giorni. Lo sappiamo entrambi che non è colpa mia, ma anche che quel momento e la mia faccia la sognerà centinaia di volte nei prossimi mesi e, svegliandosi, scoprirà che non è stato solo un incubo.

Una settimana fa ho incontrato una famigliola in ascensore e la mamma mi ha chiesto un parere veloce sul suo bambino. All'apertura delle porte la famiglia è uscita e una persona che era presente al dialogo mi ha detto: "Voi fate un lavoro bellissimo!".
Vorrei sapere cosa ne penserebbe se fosse stato fuori dalla porta di quella stanza, con me, stamattina.

6 commenti:

  1. ..non avevo capito che fossi un medico. Allora devo darti del lei finchè non mi dici che posso darti del tu :-))

    Situazioni spiacevoli ma inevitabili, ci va davvero molto coraggio e calma per comunicare una brutta malattia, si cresce anche con queste cose purtroppo. Non bisogna mai dimenticare il "nostro" ruolo più importante dopo la cura in se, ovvero la comunicazione.

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  2. Come dice stoppre è il vostro ruolo....ma che tristezza , si dice che è la vita , a volte ingiusta però.
    Nella maggior parte dei casi però siete la salvezza di tante persone , forza!!

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  3. tu puoi dargli una brutta notizia , ma non togliergli ma la possibilita' di sperare.. anche se non ce n'e', a volte, di speranza ..

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  4. @stoppre:
    come vuole lei, signor Stoppre ;). Non è solo "cosa" si comunica, ma anche "come".

    @corradito:
    per fortuna diamo anche buone notizie, non solo quelle nefaste. Ingiustizie? Purtroppo la vita quasi mai segue una logica di "giusto-ingiusto".

    @pimpe:
    hai ragione, anche se qualche volta il discorso è più complesso. Qualche bugia può alleviare la sofferenza ma a volte, per prendere decisioni sulla propria vita, sarebbe necessario sapere tutta la verità...

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  5. una vita senza eufemismi! per trovare poi le ragioni di una speranza nuova

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  6. sono anche io un operatore sanitario (tecnico di radiologia, in particolare TAC e RM) a Udine. Dopo tanti anni "la scorsa" si fa dura salvo poi cadere problematicamente quando ti capitano davanti casi "familiari" o di persone che conosci.
    cambiando discorso apprendo che correremo sulla stessa pista di Fagagna domenica prossima. saluti

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