Martedì 10 aprile alle ore 11.30 Laura ha comiciato l'induzione al parto che l'ha portata, vi salto molti dettagli, alle 23.07 a dare alla luce il nostro secondo figlio: Cecilia.
Ho assistito a tutto, come per Leonardo, e dodici ore di contrazioni, non sempre insopportabili, almeno a dire di Laura, ma comunque sempre dolorose, non sono uno scherzo. Ho visto il suo volto cambiare in quelle 12 ore, ho visto superare la soglia di sopportazione, ho rivisto la serenità dopo l'anestesia peridurale, il terrore negli ultimi cinque minuti e di nuovo la luce quando la piccola le è stata posata in grembo.
Di fronte a questa sofferenza non mi lamenterò più per la fatica in una maratona. Laura, martedì, ne ha corse quattro di fila, senza sosta, l'ultima delle quali in salita, senza allenamento. Fate voi.
Ieri ho corso la maratonina dei Dogi.
Tempo effettivo: 1.23'40''
Tempo ufficiale: 1.24'05''
Messa così potrei ritenermi appena soddisfatto, voto 6-. Del resto non ho mai fatto mistero di voler abbattere il "muro" dell'ora e 23.
Ed invece mi do un 7 abbondante, forse anche un 8.
La manifestazione si è svolta tutta sotto una leggera pioggia, che a me non ha creato nessun disagio né fastidio. Il vento era presente ma debole, raramente fastidioso.
L'organizzazione è stata, a mio parere, appena sufficiente: rapidi nella consegna pettorali e pacco gara, spogliatoio troppo piccolo, impossibile capire se vi fosse un servizio doccia, almeno fino a mezz'ora prima dello start, raggruppamento sulla linea di partenza "da davanti" con necessità di fare indietreggiare tutti i mille e più per fare spazio agli ultimi arrivati...
Le sensazioni durante il riscaldamento sono buone fino agli allunghi, fase in cui non riesco a muovermi con fluidità. Anche durante la gara questa sensazione mi accompagnerà e mantenere l'andatura prefissata costerà un eccessivo dispendio energetico.
Dopo le i primi 4-500 metri si riesce a correre bene, senza intoppi. La sede stradale è larga ed accoglie tutti senza problemi. Posso impostare un ritmo a sensazione e aspettare il riscontro del primo 1000: 4'01''. Al km 2 leggo ancora 4'00'' e provo a darmi una svegliata. Di qui in poi solo al km 18 leggerò 4'01'' e al 20 4'03''. Il resto sono fotocopie: dal 3'54'' dei km 3 e 6 al 3'59 del km 19 è racchiusa tutta la mia prova.
So che, se voglio stare sotto gli 83', ho bisogno di un passaggio ai 10k più veloce rispetto a quello di Pordenone (40'10'') dove però avevo trovato un bel finale con gli ultimi 2k in 7'30''. Mi ero quindi prefissato un passaggio in 39'30'', e sono passato in 39'29''. Mentre il vento in faccia mi conferma continuamente che viaggio sotto i 4'/km, alle gambe devo chiedere sempre un picccolo sforzo supplementare per mantenere l'andatura. L'asfalto però scorre e, nonostante mi renda conto che la fatica sta aumentando troppo precocemente, cerco di rimanere concentrato ed attaccato ad un duo "il volo" che, con sforzo minore al mio, mantiene la mia andatura. Al km 16 non riesco più a tenere i miei due compagni di corsa e lentamente mi stacco. Il cronometro mi consola continuando a segnare cifre incoraggianti (3'57''-3'58''). Mi rendo conto però che da qui in poi sarà una lotta per non calare e che di progressioni non se ne parla. La fatica è molta, le gambe bruciano ed anche il fiato si sintonizza sul passo con un rapporto di 1:1. Al km 18 mi ripeto che mi manca solo una ripetuta sui 3000 ma questo non mi impedisce di sforare per la terza volta la barriera dei 4'/km. Ingaggio un leale duello con un ragazzo col codino. Alla paletta del 20 (4'03'') cerco un po' di forza residua nei piedi. Leggo sul crono 1.19'20'' (split 10k 39'51'') e ricevo conferma definitiva che il primato personale è impossibile da battere. Ma almeno provo a battere codino. A tutta, davvero a tutta, non riesco a stare sotto i 3'57''. Arrivo sul traguardo finito e nei minuti successivi la piccola delusione cronometrica diventa consapevolezza di aver fatto una buona prova.
Nonostante le sensazioni di intensa fatica provate, negli ultimi 5 km sono riuscito a mantenere l'andatura iniziale (perdendo 7 secondi negli ultimi 5 km). Questo significa che la mia testa è divenuta più forte. Rendo merito ai cross che ho corso in inverno, quando l'impegno era elevato già dalle prime fasi, che mi hanno insegnato a soffrire molto e a continuare comunque.
Ritengo quindi di aver corso meglio ieri che in occasione del mio personal a Pordenone, nonostante lo split positivo tra i primi e i secondi 10k.
Tale ottimismo è rafforzato anche dal fatto che il giorno prima della gara sono comparsi mal di gola e dolori muscolari diffusi, persistenti anche dopo la gara e accompagnati da qualche linea di febbre. Stanotte la Tachipirina mi ha provocato una bella sudata e stamattina residuavano solo lievi postumi da sindrome simil-influenzale.
Insomma, dove ieri non sono arrivate le gambe, mi ha portato la testa. La speranza è che in una prossima occasione le gambe mi supportino un po' di più. L'ora e 23 cadrà in autunno.
Appuntamento il 6 Maggio alla maratonina dei due Castelli di Trieste. Percorso ostico ma stimolante, soprattutto nella parte finale del tracciato.
bel racconto.. da tenere a mente quando si soffre ...
RispondiEliminae auguri per Cecilia ;-)
ciao ;-)
Mi sono fermato alle prime dodici righe... le ho rilette e poi ho continuato. Tanta gioia!
EliminaBè,questa volta mi sono anchio concentrato sul primo paragrafo...veramente stupendo...di nuovo tanti tanti auguri..poi ho proseguito; bè complimenti anche per la gara... ;) ci vediamo alla bavisela
EliminaGrazie ragazzi! E' sempre una grandissima emozione, anche se è la seconda volta!
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