Che poi mi sono sempre fatto un vanto del fatto che non ho necessità di avere un compagno di allenamenti per trovare la motivazione di uscire anche quando non ho voglia. Sono un podista che subisce il fascino dell'alba, della strada senza auto, dei fagiani e delle lepri che liberamente pascolano nei campi indisturbati. Oramai da qualche settimana non uso più la pila frontale per uscire pochi minuti prima delle sei e da alcune mattine non è più possibile correre nel magico silenzio invernale. Il cinguettio dei passeri è interrotto dal verso stridulo del fagiano, là, in mezzo a quel prato, seguito dalle due immancabili femmine dal colore meno appariscente. Al margine del fosso, controluce, si intravedono due lunghe orecchie. Poco dopo le vedo partire, sobbalzando sul capo di una lepre che sembra, col suo passo potente ed elegante, deridere la mia andatura goffa e poco efficiente. E poi i gatti che rientrano a casa quatti quatti, dopo una nottata di scorribande, numerosi rapaci che, dall'alto dagli alberi o dei tralicci delle linee elettriche, controllano l'area circostante in cerca di prede. Qualche volta calpesto le noci che i corvi dall'alto lasciano cadere sull'asfalto per romperne i guscio e gustarne il contenuto.
Quando ci siamo trasferiti da Treiste a Farra, io e Laura, stupiti dai tanti animali selavatici incontrati, abbiamo cominciato a conteggiarne gli avvistamenti. Il loro "peso" era diversificato: lepri e fagiani: 1 punto, volpi 2 punti, cuccioli 2 punti. Dopo qualche mese però abbiamo interrotto la sfida per "eccesso di superiorità" da parte mia, che passo molto più tempo all'aperto di lei. Continuamo però a raccontarci gli avvistamenti più inusuali.
Stamattina, per la concomitanza di intenso impegno lavorativo, una cena protratta fino a tardi ed il passaggio all'ora legale, sono uscito alle sette e un quarto. Sulla strada per San Lorenzo Isontino, ad una cinquantina di metri di distanza, mi attraversa la strada un bestione dal corpo marrone e capo striato di bianco e nero, sparendo dietro un cespuglio. Raggiunto il rovo mi metto a cercarlo ma non lo trovo. Impossibile che una bestia di 30 kg sia invisibile in un cespuglio di un metro quadro. E infatti, fissando il cespuglio, rischio di finire dritto dentro l'ingresso della tana del bestione: un buco sul terreno di non meno di 60 centimetri di diametro. Mi sono stupito ed emozionato e mi ci sono voluti alcuni secondi per capire che non non era un grosso cane quello che mi attraversava la strada: zampe troppo tozze, andatura troppo caracollante, aspetto troppo goffo.
Sono certo si sia trattato di un tasso, che in internet si trova sotto il nome di "tasso comune", il che starebbe a significare che lo si dovrebbe avvistare piuttosto spesso!
complimenti, grazie al tuo racconto, hai vinto il premio runner's world del mese... bello davvero! oh, spediscillo sul serio
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