A ridurla all'osso, restano 5 cose per cui vale la pena di vivere: amici, corsa, famiglia, lavoro, lettura. In puro ordine alfabetico. Se volessi stilare una classifica sulla base del tempo "libero" dedicato ad ognuna di queste cose, sarebbe questa: lavoro, famiglia, corsa, lettura, amici. Per tempo libero intendo tutto il tempo non occupato da occupazioni necessarie: cioè 37 ore di lavoro settimanale come da contratto, 49 ore di sonno, X ore da utilizzare per il disbrigo pratiche varie (uffici, banche, spesa, ordine in casa ecc ecc), 14-16 ore settimanali per nutrire e lavare il corpo.
Fino a pochi mesi fa cercavo di ridurre al minimo le ore di straordinario al lavoro (inutile dire che non vengono e non verranno mai pagate) a favore di famiglia e corsa. Ora però, con un sempre maggiore coinvolgimento nelle attività collaterali a quella di corsia (che sta diventando per il 90% routine, non noiosa, ma spesso ripetitiva), il volume di ore passate tra le mura dell'ospedale oltre alle famose 37 si sta facendo sostanzioso. E a rimetterci è tutto il resto: un po' la famiglia, un po' la corsa. La lettura è putroppo relegata in un angolino al termine della giornata in cui il sonno fa sbiadire le righe del mio kindle e ciondolare la testa. Gli amici? Vergognosamente trascurati.
Certo, è una scelta consapevole. Sedersi in cima al piccolo monticello di sicurezze acquisite in 10 anni di frequentazione della Medicina Interna è una tattica fallimentare, nel breve e nel lungo termine. Sia in termini professionali che in termini umani. Per un periodo ho coltivato l'idea di lavorare "per necessità" e di fare tutto il resto per "la gioia di farlo". E se ciò permette di evitare errori, allo stesso modo non concede la possibilità di eccellere né di crescere professionalmente. Credo che non potrei tollerare per molti anni una situazione del genere. Ecco perchè allora sto investendo tempo ed energie in varie direzioni, a scapito anche della corsa.
E' vero che ottimizzando i tempi (che per me vuol dire uscire almeno un paio di volte alla settimana alle 6.30) riesco ad allenarmi 5 giorni su 7, che però spesso diventano 4. Ed è vero che con queste frequenze di allenamento ottenere dei miglioramenti è utopico. Ma la coperta è corta. 24 ore sono 24 e sarebbero poche anche se fossero 25.
E' difficile accettare di smettere di rincorre un obiettivo "prestazionale".
Oggi mio fratello mi ha scritto di essere riuscito a correre 5k in 20' in allenamento. E' un bell'obiettivo raggiunto che lo proietta verso grandi traguardi in mezza. Credo che molti di noi podisti dalle prestazioni comuni abbiano compiuto lo stesso percorso: prima tappa: 1 ora a 5' al km. Passa un po' di tempo (a volte qualche anno) e si arriva a distanze più lunghe. Il sogno di correre la mezza sotto i 90' (4'17'' al km) deve passare attraverso il test dei 5k in 20' (4' al km). Quando la mezza scorre a 4'10'' si tenta un 10.000 in 40' (o viceversa). E, visto che sembra che migliorare all'infinito sia possibile, la tappa successiva sono i 21.1 in 84.24 (4' al km). Dove volgere la mira a questo punto? Il mio programma, dopo aver corso la mezza di Pordenone a 3'57'' al km (83'20''), era cercare di avvicinare gli 82' e di consolidare la prestazione per provare la piccola impresa in maratona: sotto le tre ore. Questi due mesi sono quelli cruciali visto che il primo tentativo lo farò alla mezza dei Dogi il 15 aprile. Ma so che devo tendere la coperta. E quando la tensione è alta il rischio di rottura non è trascurabile. E' il momento di decidere.
Considerazioni comuni a tanti di noi, il tempo non basta mai e il tuo pensiero riguardo al lavoro è uguale anche per me...la corsa mi da bellissime sensazioni ma non da mangiare. Bisogna trovare il giusto equilibrio, magari a discapito dei tempi in gara.
RispondiEliminaIn bocca al lupo per la mezza dei Dogi.
@corradito: credo che se il running mi desse da mangiare, lo farei mono volentieri.
RispondiEliminaCrepi il lupo!
un po' così per tutti. tocca fare i miracoli per ritagliarsi un po' di tempo.
RispondiEliminaFatti tutti, questi capitoli.
RispondiEliminaPoi chissà perché invece del 2.59 in Maratona mi son dedicato al mezzofondo e al 2.59 sul 1000.
Ora sono confuso ma non pentito (e ancora vagamente speranzoso di 4.59 sul Miglio).
Per le maratone c'è tempo.