- Media di 5 uscite settimanali
- Soprattutto fondo lento, progressivi, salite
- Un test (3x5000 rec 3' da fermo) mi proietta ad un ritmo maratona di 4'30''-4'35''
- Corro la 5 miglia di Torviscosa senza cronometro, chiudendo a 3'56''/km
- 15 km a mezzogiorno l'ultima domenica di luglio con Mauro e Matteo. Belli caldi.
- Sabato scorso ulteriore test che conferma il ritmo gara impostato*
Difficoltà:
- Orario: impossibile correre decentemente dopo le 7.30 ma alle 5.30 il percorso è regno dei cani randagi
- Il circuito della vergogna mi sta venendo in odio
- Reggerò il chilometraggio? Qualche dolore all'inserzione tibiale del rotuleo destro
*anticipo la seduta al sabato perché domenica non si può.** Previsti 3x7000 a 4'10'', rec 1 km a 4'40''. Comincio il riscaldamento alle 5.16. L'aria è respirabile ma lo sanno anche i cani, che mi fanno festa. Primo 7000 in agilità, recupero 1 km in 4'35'' circa. Secondo 7000: il km 5 e 6 sono in falsopiano a salire e comincio a patire. Recupero un pelo più piano. Ultimo 7000: parto già in affanno e ai 5000 la chiudo lì, sfiancato. Media finale, compresi i recuperi: 4'18'' per un totale di 21 km in 1.30 e rotti. Sicuramente il test, per essere eseguito come si deve, richiede tenuta ai ritmi, cosa che io non ho (2 sedute a ritmo elevato nelle ultime 6 settimane, assolutamente insufficienti).
Alle 7.30 sono in doccia, alle 8.30 in macchina, alle 10 in aereo, alle 12 all'aperitivo dalla Cris, alle 17 in auto, alle 18.30 alla malga in Val Dogna.
**scaricare una seduta di 21 km a ritmo arzillo in montagna... un bell'affare. Alle 6.30 puoi essere sicuro di non quasi incrociare nessuno sui sentieri e così mi concedo il torso nudo alla Kupricka. Peccato sia solo quello. Dopo circa 1 km di forestale facile comincia il sentiero che sale a tornanti stretti stretti. Nel bosco di faggi è un piacere ed è un bene che la via non sia moto battuta, così almeno ho la scusa per fermarmi a rifiatare. Mi fa male tutto e il fiato manca anche salendo a passetti di corsa. Invece di camminare provo a correre sempre, con brevi soste quando proprio le gambe sono infuocate. Salgo, sbaglio, risalgo, risbaglio. Due passaggi difficili di crepe rocciose nelle quali l'acqua non scorre. Mi aggrappo a tutto quello che trovo. Finalmente dopo 30', e 350 mt D+, spiana. Sbaglio ancora, poi provo in un'altra direzione. "Vado avanti ancora un po' poi torno indietro". In piano riesco piacevolmente a spingere sui 4'30''. Poi di nuovo nel bosco. In fondo c'è la luce di una radura: "arrivo fin lì, se non c'è il rifugio vorrà dire che l'han spostato". E invece il Grego è ancora lì. Mi concedo 5' sotto lo spettacolo del Montasio. Tra errori e fermate sono 44 minuti di corsa. 4 km.
Riparto. Sul sentiero sbagliato. Torno indietro. Stavolta è quello giusto. Sulla strada del ritorno sbaglio solo dove il sentiero è cancellato da una frana. Giù a destra, con la coda dell'occhio, qualcuno corre nella mia direzione. Mi fermo. Si ferma anche lui. Ci studiamo per un minuto. Magro, agile, elegante. Cerbiatto. Gli parlo e lui volta le orecchie nella mia direzione. E' attento. Alla fine riparto io e lui mi lascia indietro, mostrandomi il codino bianco. Alla fine sono 75'. Polpacci cotti dalla salita, quadricipiti dalla discesa. In un certo senso, comunque, ho scaricato.
Oggi fermo. Con la scusa della supercompensazione. Supercompenso un'ora in aereo, nonostante bambini urlanti e cani latranti (anche qui!).
Tornare a casa con Laura e i bambini è come un respiro profondo di aria buona, assaporo ogni istante con loro, anche le cose faticose, la schiena che fa male per far camminare Cecilia, i mille perché di Leonardo, il poco sonno, la storia della buonanotte con gli occhi che si chiudono, l'abbraccio di Laura a fine giornata, la mia vita. Supercompensazione, appunto.
Il rifugio Grego -la meta-
Malga pian dei spadovai -partenza e arrivo-
Il percorso da malga pian dei spadovai al rifugio Grego lungo il 651.
Come sempre i tuoi racconti mi emozionano anche se capisco poco dei tuoi ritmi gara. Pimpi
RispondiEliminaDettagli per fissàti, come me.
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