Metto solo momentaneamente da parte il tema del precedente post, che tanti stimoli mi ha dato, per raccontare un po' della mezza di Trieste, disputatasi il 6 maggio.
Correre "in casa" ha sempre un sapore particolare. Un po' perché ti senti padrone di una strada della quale solitamente godi solo del margine sinistro, un po' perché, come mai prima, ho incontrato tanti amici e colleghi da salutare e ritrovare.
Temperatura ideale, cielo coperto, umidità attorno al 90%. Previsioni di temporale che incombono sulla gara, che poi non si avvereranno.
Mi concedo il tempo per un buon riscaldamento, facendo attenzione ad infilarmi in gabbia nè troppo presto, per evitare di stare fermo per troppo tempo, nè troppo tardi, per evitare di finire in coda. Ciò nonostante, a causa del ritardo di 5' dello start, rimango ingabbiato una ventina di minuti.
Conosco bene il tracciato, percorso migliaia di volte in auto, qualche volta di corsa, l'anno scorso in maratona. Ne conosco le insidie e stavolta non mi voglio fare fregare.
Il primo km è tutto a salire e, come previsto "a tavolino" lo percorro "a sensazione", senza badare a ciò che succede intorno. In effetti vedo che ci sono pochi "pazzi" che partono a razzo, almeno tra quelli a me vicino.
4'30'' è accettabile, soprattutto perché le gambe non avvertono pesantezza. Il secondo km è più scorrevole e passa in 4'00'', mentre i successivi due, che salgono in lieve falsopiano portando a Sistiana e poi alla Costa dei Barbari, se ne vanno a 4'15'', sempre con margine. Transito quindi al 4° km in 16'56'', perdendo un minuto circa rispetto ad una gara pianeggiante. Mi concedo ancora un km per permettere alle gambe di abituarsi al nuovo assetto di corsa in pianura. Non sto ad annoiare sgranando i tempi al km ma riporto solo le mie sensazioni di grande tranquillità e scioltezza. Di certo siamo in un tratto in lievissima discesa e forse c'è un po' di vento che aiuta. Viaggio stabilmente sotto i 4'00'' al km infilando anche qualche 1000 sotto i 3'50'', non in relax, ma nemmeno lontanamente in affanno.
La gara prosegue così fino al km 13, quando la strada comincia a scendere in modo più deciso e noi cominciamo a rendere i metri guadagnati alla partenza. In discesa non forzo, assecondo la pendenza, mi sposto con il busto lievemente in avanti, faccio rullare bene i piedi senza ciabattare: km 14 in 3'47''.
Al "bivio di Miramare" giungo con ottime sensazioni ma appena la strada spiana i quadricipiti si appesantiscono e sembrano salire di 5° di temperatura. L'azione si fa meno brillante e le cose peggiorano. Nemmeno l'incitamento delle migliaia della Bavisela non competitiva mi aiutano. Le palette cilometriche sono nascoste dalla marea dei non competitivi e riesco ad intravedere quella del 18°. Clicco e leggo 15'56'', praticamente 3'59'' al km. Il km 19 è fastidioso, con il passaggio sotto il ponte ferroviario: praticamente un impercettibile avvallamento, quando ne hai. L'andatura cala ancora e davvero le gambe ed il fiato chiedono pietà. Però ormai siamo in città ed io certo non mollo. Cerco le ultime energie e, un po' annebbiato, scorgo il segnale dei 200 metri all'arrivo. Sprinto come posso, tenendo dietro due podisti con i quali ho giocato a "chi muore perde" negli ultimi chilometri. Ultimo Km 3'28''. Ovviamente corto! Chiudo 1.23'33'', più verosimilmente andrebbe aggiunto 1 minuto. C'è qualcuno che l'ha corsa che ha avuto la mia stessa sensazione?
In definitiva mi confermo su questi tempi per la terza volta consecutiva, il che non è nemmeno male.
Come l'anno scorso ho pagato il cambio di pendenza al bivio di Miramare, anche se l'anno scorso è stato un tracollo, mentre quest'anno ho solo vacillato, vistosamente. Ma non era maratona.
Segnalare tutti gli amici ed i loro risultati porterebbe via lo spazio di un altro post.
Cito solamente:
Daniele (Devil): 1.22'02''. Imprendibile.... almeno per ora;-)
Luca (Genur): primo tentativo a 4'25'' fallito a causa di una "sommossa interna"... Tranquillo, a breve il riscatto.
Marco: 1.27' e rotti, migliorando di più di 8' il personale di novembre... e c'è margine!
Simone: ancora lontano dalla forma migliore, i crampi lo costringono a camminare. A Fagagna 12 km?
confermo che anche l'ultimo km della maratona era scarsetto
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