Poche parole. Giusto per rassicurare i parenti che non sono morto e gli amici che non sono scappato con i soldi.
- Raccolti 1166,06 euro
- Obiettivo "di minima" (3h10') fallito alla maratona di Trieste (3h11' e spiccioli)
- Forma a picco la scorsa settimana
- Virosi bastarda da giovedì scorso che ancora tiene duro e renderà difficile i 15 km nell'ora di Fagagna domenica 12 all'alba. Oggi sono uscito per 14 km di CL e ho fatto la fatica di un medio.
Tre su quattro sono brutte notizie.
Cosa è successo a Trieste?
Nulla che non fosse previsto. Pur "reso edotto" delle difficoltà del percorso, mi sono schiantato al "bivio", sede della paletta del 35° km. Fino al km 19 sono andato via facile mantenedo la media prestabilita senza difficoltà. Poi, dal 19° km al 25°, ho ignorato il cronometro e corso a sensazione. Ho perso circa 20'' al km e mis embrava di stare bene. Che qualcosa non andava l'ho capito dopo la fine della salita. I 4'25'' al km non mi venivano più "spontanei" e dovevo sempre forzare un po' per tenerli. Dopo un paio di km ho capito che le mie sensazioni erano in anticipo di una decina di km rispetto all'abituale e che ci sarebbe stato da piangere. La spia si è accesa al 34° e a poco è servita la discesa. Dal 35° in poi è stata pura sofferenza. Gambe di legno e, cosa mai capitata, contrattura dei polpacci con brevi ma inequivocabili crampi. L'andatura ha cominciato a calare e non c'è stato niente da fare. Gli ultimi 7 km mi sono costati 3 minuti circa. Se mai mi è venuto in mente di ritirarmi , talvolta la tentazione di camminare mi ha assalito. Ma pensare di far camminare Mauro che mi ha aspettato 4 ore al bivio nella convinzione di accompagnarmi a 4'25'' al km mi sembrava un delitto. A urla chiedeva alla folla runner della mezza di lasciarmi strada e ad ogni scarto dalla mia traiettoria i polpacci mi avvisavano che non ce n'era più. Esattamente alla paletta del 41° km ho fatto un decina di metri con le gambe a burattino e le punte dei piedi "all'insù" per alleviare un crampo corale di tutto ciò che può contrarsi sotto al ginocchio.
In piazza Unità la solita meravigliosa cornice di pubblico, stavolta con tanti amici e familiari, ma ero troppo sofferente per goderne. Leonardo, serio nel suo ruolo, mi ha accompagnato per gli ultimi 20 metri al traguardo della maratona più sofferta della mia breve carriera di podista.
Lezioni imparate:
- Bere di più nelle giornate soleggiate anche se il vento asciutto non ti fa avvertire il caldo
- Non pretendere di fare il tempone su un percorso insidioso e mai affrontato in gara
- Rispettare la maratona perché, quando pensi di averla dominata, quello è il momento in cui lei ti uccide
Tre e undici mi pare di tutto rispetto! Complimenti per la sapienza nell'affrontare la crisi
RispondiEliminaRispettare la maratona perché, quando pensi di averla dominata, quello è il momento in cui lei ti uccide.
RispondiEliminaNella mia unica Maratona corsi i km più veloci tra il 30 e il 32, poi calai di 20"/km senza accorgermene.
proprio così, dopo il bivio bisogna star attenti a non impiantarsi! e quest'anno il caldo non ha aiutato affatto, per me che ci ho messo 40 minuti in più, è stato davvero spossante...
RispondiEliminaPer il pb, appuntamento con una Maratona piatta piatta!
BUONE CORSE :)
@Caio:
RispondiEliminale aspettative erano diverse...
@nicolap:
invece io me ne sono accorto, eccome!
@mjaVale
e io lo sapevo, eppure non è bastato!
L'anno prossimo vado a Padova a guadagnarmi l'ingresso alla London Marathon.