A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

sabato 5 marzo 2011

Giro veloce

Giovedì scorso seduta di IT300 "per ritrovare le giuste tensioni" in vista della mezza di domani, in un periodo in cui le gambe rischiano di sedersi sui ritmi del lunghissimo. Siccome ho una velocità di base che andrebbe misurata in "millimetri al millennio" piuttosto che in chilometri orari, queste sono le sedute che soffro di più. O meglio, che ho imparato meno a soffrire. Sì, perché il disagio che provoca un 10x300 è diverso dalla sofferenza di un LL con variazioni di ritmo nel finale. E io sono più abituato a gestire la seconda. E così mi metto in pista in una giornata molto ventilata, con l'unica consolazione che, per ogni 200 contro vento, ne ho duecento a favore. L'obiettivo e 62'' con 200 metri di recupero in 56''. Come al solito i primi son un pelo più veloci, ma proprio un pelo, poi mi assetto e mi preparo a soffrire davvero solo nelle ultime 2-3 ripetute. Alla sesta-settima vedo comparire sulle tribune della magnifica pista asfaltata di Gradisca (con tanto di fango che percola dal campo di calcio in prima corsia) Laura con al seguito il piccolo Leo. Lo saluto ma non mi fermo. Sento solo: "Anche Nano coe-e" (trad.: anche Leonardo correre). Al giro successivo comunico che mi mancano 5 minuti e siccome il campo è un deserto battuto dalla bora dico alla mia famiglia di entrare. Al giro successivo Leonardo mi aspetta sul rettilineo dei 100 metri e comincia a correre in seconda corsia. I giri si susseguono e lo trovo all'arrivo dei 100, poi in curva, quindi all'uscita della prima curva. Quando finisco la seduta sulla linea di arrivo non riesco più a vederlo. Aguzzo la vista e scorgo, alla fine del rettilineo opposto, un puntino viola che balzella felice. Lo raggiungo tagliando attraverso il campo e mi sembra il bambino più felice del mondo. Ma forse sono io il papà più felice del mondo. Corriamo insieme fino a metà curva e poi mi chiede di prenderlo in braccio.
So bene che presto snobberà il papà e la corsa per finire a giocare a calcio in qualche squadra locale i cui dirigenti scapperanno con 3000 euro e manderanno in fallimento la società (succede, succede). E non sarò certo io ad ostacolarlo in questo, nè ad indirizzarlo e tanto meno a costringerlo verso l'altetica. Sarà libero e per questo responsabile.
Però, a 22 mesi, ha già fatto qualcosa che buona parte degli adulti sovrappeso non ha mai fatto in una vita intera: quasi un giro di pista di corsa!

1 commento:

  1. grande Nano!!
    cmq non è detto che finisca a giocare a calcio, il mio tanto ... ma non quello :)

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