Lo so, non è che sia uno scrittore molto prolifico. La realtà è che se non ho niente di interessante da dire, preferisco tacere.
Sto maturando il concetto della corsa come fenomeno ciclico, fatto di Quaresime di sacrificio e di brevi ma splendidi fasti Pasquali. Personalmente preferisco finalizzare gli allenamenti in vista di due grossi appuntamenti annuali. Uno autunnale, solitamente una mezza, uno primaverile, solitamente una maratona. Poi càpitano appuntamenti intermedi, che uso come test per sondare la mia preparazione. Finora mi sembra che questo atteggiamento abbia dato i suoi frutti e tale evidenza mi aiuta ad affrontare i perodi di "magra" che durano un semestre. In ogni caso essere costanti con gli allenamenti durante le settimane che distano molto dall'appuntamento clou non è facile, e richiede una certa forza di volontà che alcuni chiamano "fissazione".
Come leggo in molti blog, il reperire uno spazio per l'allenamento quotidiano richiede a tutti doti di slalomista non indifferenti. E così càpita che qualche mattina finisca la seduta prima che il sole spunti dietro il Carso, con la stessa sensazione che mi accompagna quando smonto dal turno di notte: sono le prime ore del mattino e ho già portato a termine l'impegno più importante. Questo pensiero però rischia di non essere sufficiente a farmi scivolare fuori da sotto le coperte alle 5.45, soprattutto dopo notti come l'ultima in cui Leo ha richiesto cinque o sei risvegli, sia per la sete provocata dalla febbre, sia per poggiargli le labbra sulla fronte nel più classico dei gesti di diagnosi e di affetto. Stamattina ho lottato contro una forza oscura che mi vincolava al piumone ma ne sono uscito, nel vero senso della parola, vincitore. 13 km di medio, per me a 4'15'', forse un pelo meno, che mi sono costati fatica, tanta fatica. A chi dare la colpa? All'ora? Al freddo (0°-2° C)? Alla settima seduta in otto giorni?
Il 6 marzo correrò la mezza di Gorizia, cercando di rimanere sui tempi di Palmanova (85') o qualcosa di più, visto che il percorso è piuttosto mosso e spesso ventilato. Un mese prima di quella gara ho corso un 16 km attorno ai 4' netti/km con relativa facilità. Il medio di oggi mi dice che la gamba non è quella di novembre ma lo stesso medio, che ha rubato un'ora al lettone, mi ha reso un po' più forte, almeno nella testa. Quanto vale in secondi al chilometro? Forse niente, ma oggi preferisco pensare che non sia così.
Ciao fissàti ;-)
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