A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

giovedì 24 novembre 2011

Mezza maratona di Palmanova 2011

Cosa dire di questa manifestazione che cresce di anno in anno e che fa della sobrietà e della facilità del percorso i due punti di forza se non che merita venire a correrla, non solo per la gara in sè, ma anche per ciò che il territorio circostante generosamente offre.

Clima buono per correre. Io esco alle sette per 12 km a ritmo maratona. L'aria è ancora frizzante e la nebbia della notte si sta alzando per lasciare spazio al cielo limpido. A casa mi aspetta Leonardo, quasi pronto per una giornata di tifo a bordo strada.
Giungo in piazza a Palmanova mezz'ora prima dello start. Oggi si può correre leggeri e, anche se la temperatura non supera gli 8°, il sole scalda e non c'è vento. La ressa è tale che riesco solo a salutare Matteo, concentratissimo, Daniele, troppo arretrato per i suoi numeri, Marco, che non mi aspettavo di vedere.
Appena dopo lo start carico Leo in passeggino e voliamo alla macchina. Riesco a portarmi al km 7, circa, prima del passaggio dei primi atleti, gente che viaggia a 3'15'' al km. Un'anziana signora si avvicina e mi fa: "Che piano che vanno!" "Signora, bisogna provare per parlare!" "Ah bè, iò cori in devant e daur dut el dì..." "vabbè buonanotte".
Il primo a passare è quel demomio di Daniele, qualche metro davanti al palloncino dell'ora e 24. Nella stessa situazione rispetto al palloncino dell'ora e 30 passa Matteo. Poi Mauro, mi sembra in lieve ritardo sulla tabella di marcia. Mi fa capire di essere dolorante, ma non capisco dove. Tra l'altro non ho idea dei tempi di passaggio perchè ho ceduto a Matteo il mio orologio, visto che il suo Garmin si è fulminato poco prima dello start. Mi fermo ancora un minuto, giusto in tempo per vedere passare Luca e Marco. Dal mio punto di vista stanno correndo tutti bene, anche Mauro.
Leo partecipa con entusiasmo al tifo "Bravi, bene così!", imitando il papà che si astiene da incitamenti eccessivamente coloriti.
Ci rimettiamo in macchina per raggiungere la corsa al km 15 ma vari impedimenti sotto forma di pensionati al volante e famigliole in viaggio per il pranzo domenicale dai suoceri limitano la velocità media a 30 km orari così, quando giungo a Clauiano, in due minuti capisco che stanno sfilando gli atleti dell'ora e 40. Non resta altro che portarsi all'arrivo. Mi perdo Daniele, ma due minuti dopo Matteo passa stantuffando come un dannato. Il palloncino dell'ora e trenta che segnava il suo obiettivo di minima passa 90'' dopo. Due minuti dopo i palloncini passa Mauro, con il suo solito stile elegante che gli invidiavo quando ancora andava in bicicletta. Perdo un po' la cognizione del tempo, visto che l'orologio è al polso del fenomeno di Motta, ma nell'arco di tre secondi mi passano davanti Luca e Marco. Luca ha lo sguardo del killer, e se la porta di Palmanova fosse chiusa sono sicuro che tenterebbe di abbatterla a spallate, pur di arrivare. Marco lo vedo solo di spalle, ma ha la lucidità di rispondere al mio incitamento. Io e Leo ci avviamo verso il traguardo e non ci perdiamo l'arrivo trionfale di Simone, che sembra partito dietro l'angolo. Dopo un po' arriva Max tossicchiando e sputazzando virus e caccole che l'hanno sopraffatto in settimana.

Andando in ordine di tempo:

Come predetto, Daniele corre sotto i 4'00'' al km, viaggiando a 3'59'' per 11 km e 3'57'' per il resto della gara. Ci sono ancora ampi margini. Ciao Daniele, d'ora in poi ti vedrò solo la schiena!

Prestazione esaltante di Matteo, che chiude in 88'30'', finalmente sotto i 90'! Seconda parte a 4'08''. Sui polpacci ho intravisto la scritta NASA. Un missile! Bravo.

Mauro sbaglia dal riscaldamento e paga fino a metà gara, dove passa ad una media di 4'29''. Praticamente gara buttata nel cesso. Il resto lo corre a 4'15'', chiudendo due minuti sopra il proprio personale che forse oggi poteva avvicinare di molto. Peccato perché ha svolto una buona preparazione. Obiettivo under 90' solo rimandato.

Esaltante Luca che chiude in un tempo da favola: 94'55''. Al telefono sembrava aver pippato tanto era felice. Sono soddisfazioni anche per me.

Marco inaspettato. 94'55''. Per lui ampi margini di miglioramento. Uomo metodico. Forse merita una preparazione più impegnativa per tirare fuori davvero il tempone.

Simone: una belva. Splittone negativo anche per lui. 5'17'' prima parte, 5'09'' nella seconda parte. Polverizzato il personale. Londra?

Max: vince la gara tra i malati. Al decimo sputa l'apice del polmone destro che non viene fatto salire sul mezzo scopa e resta in zona Trivignano. Abbiamo affisso cartelli in centro a Palmanova, chi lo trovasse può portarlo a Cervignano presso l'ottica Epis. Comunque all'arrivo, per l'orgoglio del piccolo Emanuele. Leone da sanatorio.

Menzione speciale per Leo. Tre ore a sorbirsi gente che sbuffa, impreca, suda invece di un bel giro sulle giostre o un puzzle con la mamma. Roba da veri. In macchina crolla alle ore 13 senza pranzo. Sosteneva di essere in deplezione di carboidrati. Personaggio.

martedì 1 novembre 2011

Mezza maratona di Arezzo 2011

Corro da circa 5 anni e di errori ne ho fatti tanti e continuo a  farne. E se qualcuno sono riuscito ad evitarlo, di altri non arrivo ad individuarne le cause.
Riconosco di avere molti limiti e non mi riferisco ai limiti "organici" che fanno di me un atleta mediocre, ma a veri e propri difetti di sensibilità.
Immagino che la capacità di fare previsioni di basi sulla qualità dell'informazione. Ed il messaggio, per quanto chiaramente possa essere trasmesso, conduce fatamente a previsione errata se il ricevente non è sintonizzato. Inoltre, sempre rimanendo in metafora radiofonica, posso anche essere perfettmente sintonizzato, ma se tengo il volume a 0, il messaggio non può essere decifrato e compreso.
La settimana scorsa ho ricevuto messaggi forti e chiari dal mio corpo e sono arrivati sotto forma di numeri, cosa non infrequente nel nostro sport: 6x4'34''+1x4'24''+1x4'28''+1x4'14''+1x4'14''+1x4'00''con IS10.
Decrittando: 6 km di CL e successivo tentativo di progressione risultato caotico, irregolare, caratterizzato da intensa difficoltà a mantenere i ritmi prefissati ed indice di sforzo (su una scala da 1 a 10) pari a 10. Il tutto in una seduta di allenamento che altre volte ho corso in grande scioltezza.
Quanto era forte questo messaggio? Una brezza che lasciava presagire un imminente temporale o un muro di vento che prelude alla "tempesta perfetta"?
L'uomo saggio pavido dotatodelsennodipoi avrebbe visto l'onda anomala alzarsi, magari in tempo per evitare il naufragio.
L'uomo stolto coraggioso sprovvistoanchedelsennodiprima ha oscurato i vetri di prua e si è infilato, quasi non avesse altra scelta, nell'enorme flutto. Affondando.
Per come vedo la vita, mi ci vuole più forza a ritirarmi che a finire una corsa iniziata e subito finita come quella di domenica. Ed una forza smisurata per tenere le scarpe in borsa e rimanere dall'altra parte delle transenne.
Che solo ora riconosco sarebbe stata la scelta migliore.
Dubito che la sonora sconfitta patita domenica alla mezza maratona di Arezzo, chiusa con quasi nove minuti di ritardo rispetto al mio primato personale, mi abbia reso più forte. E dubito che la prossima volta, in circostanze simili, rinuncerò a correre.
Allora non ho proprio imparato niente?
Mettiamola così: mi sono trovato a gambe larghe davanti ad un tipo con la testa rasata e gli anfibi che mi guardava insistentemente le palle. Ho deliberatamente scelto di lasciarlo calciare . Non dico che la prossima volta scappo, ma almeno metto le mani davanti.