A proposito dei miei amori

«Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.»

Jesse Owens

domenica 25 ottobre 2009

Regalo presto utile


Fermo da due settimane.

Il ginocchio non mi fa male. Mai. Neanche a salire due piani di scale di corsa. Buon segno. Lunedì scorso sono uscito per una prova sui 1000 metri, a 5'30''. Nessun fastidio. Martedì test a tipo "riscaldamento": 1 km a 5'30'', 1 km a 5'00'', 1 km a 4'30''. No dolore, ma il ginocchio destro non è come il sinistro. Sento come un impaccio. Stop per altri tre giorni. Venerdì ritento il riscaldamento, allungando di 1 km. Idem. Credo che se allungassi a 8-10 km i dolori tornerebbero. Non sono demoralizzato, magari lo sarò appena tornerò ad usare il cronometro. Ma non mi importa. Per fare i record ci sarà tempo (o forse no, visto che sto diventando vecchio). In ogni caso conta di più peter correre fino alla fine dei miei giorni che correre per altri due anni e poi infortunarmi. La settimana che verrà sarà dedicata ancora a qualche test, per poi cominciare, se tutto va bene, con un graduale incremento del chilometrggio settimanale senza sedute specifiche.
Intanto ieri Matteo mi ha regalato un fantastico cronografo Timex, che non andrà a soppiantare l'attuale corredato di GPS, che mi accompagna da quando corro un po' più seriamente e che mi è stato regalato da Laura, ma verrà utilizzato nelle sedute in pista (dove il GPS è inutile). Spero che questo regalo sia di buon auspicio per la mia ripresa e per il ritorno alla corsa "di qualità" dell'amico Matteo.
Complimenti anche a Piergiovanni che a Venezia ha chiuso in un bel 3h09'40''. Ormai anche quando soffre fa tempi, per me, inarrivabili anche prima dell'infortunio. Bravo!

venerdì 16 ottobre 2009

Razionalità

Se fossi un tipo scaramantico o superstizioso, questo blog l'avrei già chiuso. Ma sono una persona razionale e credo che il fatto che la persistenza dei problemi al ginocchio destro e l'esistenza di questo blog siano contemporanei dipenda solo dalla mia stupidità e non dalla "sfortuna". Che, per inciso, non esiste.
Non spenderò più di due righe per dire dei miei problemi tendinei, visto che si sono aggravati durante il lunghissimo da sprovveduto che ho corso due settimane fa che e mi hanno messo KO nel corso di due successive uscite tranquille ma dolorosissime. Ora sono fermo da cinque giorni e lo stop si protrarrà almeno fino a fine mese.
Questo periodo di indesiderata sosta dagli allenamenti mi lascia un po' di tempo libero che dedico, almeno in parte, allo studio. Il mio lavoro mi obbliga ad un aggiornamento continuo e la materia è così vasta che è impossibile essere perfettamente preparati in tutti gli ambiti. Per questo molte volte mi siedo a leggere un articolo o un capitolo di un libro inerente ad un caso clinico che sto trattando o ad un argomento di mio interesse, e poco dopo mi ritrovo al PC a ricercare informazioni e risposte ai mille interrogativi che la lettura mi suscita. Così le ore che dedico allo studio non bastano mai perché più vado a fondo ad un argomento, più mi rendo conto che ve ne sono altri mille da approfondire. Il frutto di questo sforzo continuo sono grandi soddisfazioni professionali, che ovviamente non si tramutano in gratificazioni economiche. Nell'ambito pubblico, infatti, il lavoro è ripartito tra pochi mentre i premi per il conseguimento degli obiettivi vengono o divisi tra molti, o assegnati in buona parte agli "apicali". Da ciò deriva che continuo a fare quello che faccio sia perché mi piace, sia perché lo ritengo un invesimento per il futuro. E se qualcuno dice che è possibile fare il medico "per soldi" gli mostro la mia busta paga. Una semplice divisione dimostrerà che, tutto sommato, un'ora di lavoro non vale una pizza diversa dalla margherita ed una birra media. Se poi aggiungiamo le ore dedicate allo studio a casa, allora la margherita diventa una marinara e la birra media rischia di diventare "un birìn". Non mi lamento. Dico solo che mi dà sui nervi la parabola degli operai nella vigna http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Matteo+20,1-16&formato_rif=vp
perché dal punto di vista della produttività di un sistema, il comportamento del padrone è destinato a favorire i furbi e a far fallire l'azienda. Ma siccome non mi è possibile vivere da mediocre, o almeno non riesco a non fare di tutto per non esserlo, continuo iperterrito a farmi sodomizzare dal sistema sanità pubblica, lavorando sul lungo termine a mio vantaggio. E un giorno riderò, sollevato dallo sforzo di stringere le chiappe quotidianamente, per anni. Alla faccia dei furbi e dei parassiti, che si accontentano del sufficiente facendo l'insufficiente, del misero facendo meno del minimo. Perché, se per i giusti non ci sarà il paradiso, mi accontento di una casetta con giardino e piscina. Non parlo con rabbia. Oggi sono stato il primo ad arrivare al lavoro e l'ultimo ad andarsene e tutto ciò che ho fatto è stato un piacere. Molte persone stanno bene perché mi sono impegnato a curarle, a capire il loro problema. Altre stanno male nonostante i miei sforzi, ma sono una minoranza. Sono a casa sereno, con una moglie ed un figlio splendidi. Sono tranquillo anche se non posso fare una delle cose che più mi piace: correre. Felice, perché ho chiara in testa l'idea che sto costruendo il mio futuro e che usare il cervello è la via per la felicità duratura.
Ma allora, perché esistono persone che credono a quello che dice Paolo Fox?

venerdì 2 ottobre 2009

C'è chi li stringe e c'è chi li mette.

Lunedì 5 ottobre, dopo 7 giorni di riposo assoluto, ghiaccio e stretching, torno a correre.
Solo una sgambata di una decina di km, senza forzare, al ritmo della corsa lenta. Il ginocchio sta abbastanza bene, non dico di non sentirlo, ma è un'altra cosa. Il martedì azzardo un po' di più e mi spingo oltre l'ora di corsa ad andatura tranquilla. Dopo il dodicesimo chilometro le gambe mi avvertono che devo riportarle all'abituale intensità di lavoro molto gradualmente. Chiudo con 5 allunghi da 100 metri, un po' appesantito. Ghiaccio per "compensare" come dice Mauro e stretching, non meno di mezz'ora, dei gruppi più importanti della coscia: quadricipite, adduttori, ischio-crurali e tensore della fascia lata, aggiungendo anche tricipite surale e arco plantare. Il dolore è più un ricordo che una sensazione presente.
Mercoledì è d'obbligo il riposo.
Giovedì provo a tenere andature più allegre. Dopo 4 km di riscaldamento parto per un 5x 5' veloci e 3' lenti. Il veloce lo corro a 3'50''-3'55''/km, il lento a 4'40''. Esagero. Potevo trattenermi un po', lo so. Il ginocchio alla fine si fa sentire, eccome! Alla fine zoppico un po' ma è una cosa transitoria. Già in serata va meglio, stamattina il dolore è lieve e adesso, nel pomeriggio di venerdì, dopo la solita mezz'ora di stretching, sto quasi bene. Domani si riposa ancora. Domenica è un po' un'incognita, visti i piacevoli impegni sociali che mi coinvolgono. Spererei di uscire per una decina di km tranquilli e poi lunedì provo a piazzare un LL di 28 km.
Intanto Leonardo ha messo il primo dentino, l'incisivo inferiore sinistro. Saranno state le patatine al bacon che gli abbiamo fatto assaggiare l'altra sera!